L'OPERAZIONE

Tlc, sul tavolo della brasiliana Oi due proposte per la cessione di InfraCo

Nell’ambito del processo di dismissione, la compagnia di telecomunicazioni, attualmente in stato di amministrazione giudiziaria controllata, punta a superare l’insolvenza con la vendita della divisione che si occupa dello sviluppo della rete in fibra ottica

Pubblicato il 26 Gen 2021

Domenico Aliperto

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La compagnia di telecomunicazioni brasiliana Oi ha ricevuto due proposte vincolanti di acquisto del 51% di InfraCo, controllata che gestisce i servizi legati allo sviluppo della rete in fibra ottica. Come riportato dall’Agenzia Nova, Oi ha inviato questa mattina una comunicazione alle autorità della borsa valori di San Paolo.

La vendita della società si inserisce in un più ampio processo di dismissione della compagnia pianificato nell’ambito del processo di liquidazione (amministrazione giudiziaria controllata) della società avviato nel 2018. In questa primissima fase di trattative, Oi ha ricevuto offerte da parte della banca di investimenti brasiliana, Bgt Pactual, e dal fondo di investimenti statunitense Digital Colony, attivo nell’acquisizione di infrastrutture digitali. I valori non sono stati resi noti per questione di riservatezza ma Oi ha evidenziato che entrambe le proposte sono al di sopra del prezzo minimo stabilito di 6,5 miliardi di real (un miliardo di euro). “Le proposte pervenute sono in fase di analisi da parte della società, che potrà avviare trattative con l’offerente della migliore proposta, in via esclusiva. I dettagli saranno resi noti nel processo competitivo, tramite relativo Avviso da pubblicare. pubblicato a tempo debito “, ha fatto sapere il gruppo.

La situazione finanziaria di Oi

Oi è in stato di amministrazione giudiziaria controllata dal 2016, processo attraverso cui la società ottiene una scadenza per continuare a operare mentre negozia con i suoi creditori, sotto la mediazione della giustizia. Il processo serve a impedire a una società in difficoltà finanziaria di chiudere i battenti. In questo ambito la società vuole utilizzare i proventi della vendita del settore telefonia mobile per finanziare investimenti nel settore nella banda larga in fibra ottica, oltre che pagare i debiti, pari a circa 65 miliardi di real (10,6 miliardi di euro) cercando di sfuggire all’insolvenza. Per facilitare l’ottimizzazione del portafoglio e cancellare i debiti ha presentato un piano per dividere la società in quattro unità produttive isolate (Upi) da vendere singolarmente. Le quattro Upi sono: telefonia mobile, gestione rete ripetitori (torri), data center e InfraCo. Quest’ultima raccoglie infrastrutture e risorse per l’utilizzo di fibra ottica ed è per l’appunto quella in vendita in questa fase.

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Lo scorso 26 novembre erano state cedute le Upi relative alla gestione rete ripetitori (torri) e data center, rispettivamente alla statunitense Highline do Brasil per un miliardo di real (162 milioni di euro) e alla Titan Venture Capital per 325 milioni di real (53 milioni di euro). A dicembre 2020 poi, il consorzio formato dalle compagnie telefoniche Telecom Italia mobile (Tim), Telefonica Brasil (proprietaria di Vivo) e America Movil (proprietaria di Claro), aveva acquisito le attività della rete mobile dell’operatore Oi per 16,5 miliardi di real (2,6 miliardi di euro). In virtù della cessione i tre colossi della telefonia avevano visto ulteriormente aumentare la loro quota nel mercato brasiliano. La quota di Tim passa dal 23 al 32%, quella di Vivo dal 33 al 37% e quella di Claro dal 26 al 29%.

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