L’Ue si appresta ad autorizzare la rimozione dei vincoli regolamentari cui sono soggetti gli operatori nel mercato sia al dettaglio che all’ingrosso della telefonia fissa. E’ questa la principale novità introdotta dalla raccomandazione europea sui mercati rilevanti che nella giornata di ieri ha incassato il via libera definitivo degli stati membri: l’ultimo passaggio prima dell’adozione formale della Commissione europea, prevista di qui a poche settimane. Il testo dà una robusta iniezione di deregulation nel comparto del fisso, ma nei fatti non ha natura vincolante per le Authority nazionali, a cui verrà lasciata ampia autonomia di continuare a regolamentare i canoni retail e wholesale del traffico voce laddove lo ritengano ancora necessario.
La raccomandazione porta a 4, dai 7 individuati nel 2007, il numero di mercati (i segmenti del mercato delle tlc) che sono in via di principio soggetti a regolamentazione ex ante. Vale a dire quelli sui quali Bruxelles ritiene che le Authority nazionali debbano continuare a mantenere paletti regolamentari a meno che non “provino” che sia stato raggiunto un livello di concorrenza soddisfacente. Il numero di mercati è sottoposto a una revisione periodica: nel 2003 ne erano stati identificati 18.
Dalla nuova lista di mercati rilevanti introdotta dalla raccomandazione sparirà quello dell’accesso retail alla rete telefonica pubblica in postazione fissa (attuale mercato 1). Sul versante wholesale verrà invece abrogato quello relativo alla raccolta delle chiamate per il fisso (oggi mercato 2). In chiaro significa che in quest’ultimo segmento le Authority nazionali potranno rimuovere le condizioni cui sono assoggettati in particolare gli incumbent nel dare accesso alla propria rete agli operatori alternativi.
La Commissione Ue ritiene questa svolta indispensabile non solo perché il contesto concorrenziale sarebbe ormai venuto a maturità nella maggior parte dei mercati nazionali, senza contare la massiccia migrazione di utenti verso il mobile. Ma anche per dare più ossigeno ai grandi operatori del continente di fronte alla competizione sempre più serrata, e non soggetta a regole, dei servizi Voip (ad esempio, Skype). Il segmento della terminazione, sia per il fisso che per il mobile, resterà invece nella lista. Per quello che riguarda l’accesso wholesale alla banda larga, unbundling fisico e virtuale saranno per la prima volta accorpati all’interno di un unico mercato (mercato 3).
Sul breve l’impatto della raccomandazione è però tutto da ponderare. Una prima bozza presentata dalla Commissione Ue a dicembre 2013 è stata a più riprese rimaneggiata nel corso dell’iter di discussione, in particolare rendendo il testo meno prescrittivo per accogliere parte dei rilievi del Berec e placare i malumori degli operatori alternativi. Pur sposando la prospettiva di Bruxelles, le Authority europee in un parere licenziato in giugno avevano reclamato maggiore flessibilità nell’applicazione della normativa. Detto fatto. Il testo approvato ieri dal CoCom, il comitato tecnico in cui siedono gli stati membri, concede nei fatti ai Garanti la possibilità di continuare a regolamentare indefinitamente anche quei mercati che non sono più annoverati nella lista a patto che venga dimostrato che in quelle determinate aree vi siano ancora barriere all’ingresso, non sussista una tendenza naturale alla concorrenza effettiva e le norme sulla concorrenza non risolvano da sole eventuali distorsioni.
Nei giorni scorsi l’agenzia di stampa Reuters aveva per prima riportato l’imminente approvazione della raccomandazione segnalando che essa avrebbe tra le altre cose portato alla rimozione dei controlli e limiti sulle tariffe per il servizio di telefonia fissa e traffico dati. A stretto giro la Commissione europea aveva risposto che in verità gli operatori godono già da diversi anni di piena autonomia per fissare i prezzi delle chiamate (quanto meno al dettaglio). Interpellato dal sito Mobile World Live, l’esecutivo di Bruxelles ha tenuto a specificare che la raccomandazione ha il mero compito di identificare e delineare quei mercati nei quali occorre ancora garantire una regolazione ex ante ma non entra nel dettaglio dei rimedi da applicare. “Ciascuna Authority può pervenire a conclusioni differenti” rispetto a quelle disposte dal testo, fa sapere Bruxelles, confermando ampia flessibilità sulle modalità di recepimento.
Diversi e contrastanti i pareri sul testo. “Questa raccomandazione è lo strumento adatto per adattare la regolazione europea alle nuove realtà del mercato”, è l’opinione di Etno, la federazione che raccoglie i maggiori operatori europei. Per Ecta (la voce in Europa degli alternativi), si tratta al contrario “di un’azione di deregolamentazione prematura che danneggerà la concorrenza e in ultima analisi i consumatori”.