DL SEMPLIFICAZIONI

Ull, il governo correggerà l’emendamento: manutenzione resta in mano a TI, poteri all’Agcom sul listino

La contro-misura è stata depositata alla Commissione Affari Costituzionali del Senato. Si punta a modificare la norma approvata alla Camera. L’Authority entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge individuerà le misure per assicurare l’offerta disaggregata, ma sparisce la possibilità di rivolgersi a società terze

Pubblicato il 22 Mar 2012

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Sarà l’Agcom entro 120 giorni dall’ entrata in vigore della legge di conversione del decreto Semplificazioni ad avviare le indiagini di mercato necessarie a individuare "le misure atte ad assicurare l’ offerta disaggregata dei prezzi relativi all’accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia e ai servizi accessori in modo che, in particolare, il prezzo del servizio di accesso all’ingrosso alla rete fissa indichi separatamente il costo della prestazione dell’ affitto della linea e il costo delle attività accessorie, quali il servizio di attivazione della linea stessa e il servizio di manutenzione".

Questo il contenuto dell’emendamento al Dl Semplificazioni che il governo presenterà sulla norma riguardante la disaggregazione dei servizi di manutenzione da quelli di accesso alla rete fissa di Telecom Italia. L’emendamento è stato depositato in Commissione Affari costituzionali al Senato.

La nuova formulazione, oltre a "restituire" ad Agcom i poteri in materia di unbundling, secondo quanto previsto dalla normativa Ue, cancella inoltre la parte nella norma che faceva riferimento alle parti accessorie, e che stabiliva la necessità di ”garantire agli operatori richiedenti anche di poter acquisire i servizi da imprese terze di comprovata esperienza che operano sotto la vigilanza dell’ Agcom in un regime di concorrenza”. Non c’è più traccia, dunque, della possibilità di rivolgersi a società terze per la manutenzione della linea affittata.

La misura mira a sanare la questione del conflitto istituzionale venutosi a creare a seguito dell’approvazione della misura dalla Camera e a "restituire" all’Agcom i poteri sull’unbundling. Nei giorni scorsi la Commissione Ue ha inviato una lettera al governo, chiedendo informazioni e chiarimenti sull’emendamento.

L’intervento dell’Europa mira a valutare la compatibilità della misura con le norme comunitarie in materia di telecomunicazioni. Le informazioni richieste riguardano, ad esempio, l’effetto della disposizione sul margine di apprezzamento dell’autorità nazionale di regolamentazione in merito alla definizione delle soluzioni regolatorie adeguate ai problemi individuati. La Commissione europea vuole inoltre verificare se la proposta di provvedimento legislativo imporrebbe obblighi direttamente applicabili. E vuole conoscere l’identità degli operatori che sarebbero soggetti agli obblighi e il rapporto con gli attuali poteri dell’Authority.

La Commissione ha indicato che, in linea generale, una disposizione legislativa nazionale che limitasse il potere decisionale delle Agcom sarebbe incompatibile con le norme comunitarie in materia di telecomunicazioni.

"Un emendamento invasivo delle competenze dell’Agcom e non rispettoso del quadro regolatorio comunitario. In zona Cesarini stiamo rientrando nell’ortodossia; ma c’è voluto un intervento della Commissione europea", ha detto il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò che in occasione presentazione della Relazione annuale 2012 dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di Telecom Italia, presieduto da Giulio Napolitano, ha puntualizzato che "si può ricondurre la manovra sotto il quadro regolatorio comunitario, raddrizzando l’impostazione, indicando gli obiettivi ma salvaguardando l’indipendenza dell’Agcom che l’Ue ha confermato" e che "spetta all’Agcom fare un procedimento appropriato e stabile".

Da parte sua il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè ha sottolineato che "le proposte che mirano ad una disaggregazione dei costi relativi all’ultimo miglio presentano evidenti profili di legittimità costituzionale nonché un vero strappo allo stato di diritto e una evidente forma di espropriazione".

LE REAZIONI AL NUOVO EMENDAMENTO

Gianni Fava (Lega Nord): "Il Governo delle liberalizzazioni mostra il vero volto. E’ bastata una settimana e qualche telefonata minacciosa di Telecom per far cambiare idea al ministro al punto da ribaltare una decisione presa all’unanimità dal Parlamento. L’emendamento del Governo dimostra la totale sudditanza nei confronti del monopolista della telefonia fissa. Non riesco a capire con quale faccia possa il Governo presentarsi in Aula e dire che fino ad oggi aveva scherzato. Mi rendo conto che pensare che in questo Paese si voglia seriamente liberalizzare i mercati possa sembrare una forma di ingenuità, ma stavolta ammetto che ci ero quasi cascato. In realtà il governo Monti continua ad essere forte coi deboli e debole coi forti! Determinatissimo a non fare sconti a operai e pensionati e assolutamente inerme di fronte a banche e Telecom".

Stefano Saglia (Pdl): "Grave il dietro front del Governo sulla norma bipartisan che liberalizza l’accesso all’ultimo miglio della rete fissa. Come mai Il governo alla Camera aveva dato parere favorevole e ora ritorna sui suoi passi? L’emendamento presentato in Senato riformula in modo sostanziale la norma. Evidentemente c’è dietro l’intervento delle lobby che si oppongono a una liberalizzazione che sbloccherebbe circa 230 milioni di euro di investimenti. Viene eliminato il riferimento alla possibilità di affidare la manutenzione della rete a società terze, ma, soprattutto, è previsto che la stessa Agcom debba effettuare un’analisi di mercato. È un modo di prendere ancora tempo e continuare a dilazionare la liberalizzazione del mercato nella telefonia fissa".

Enzo Raisi (capogruppo di Fli in Commissione Attività Produttive della Camera): "E’ necessario mettere in guardia sulla reale portata della modifica: la versione odierna cancella l’elemento che, nella formulazione approvata alla Camera, ha il maggior impatto di liberalizzazione sul mercato dei servizi di accesso e cioè la possibilità per gli operatori alternativi di rivolgersi per i servizi di manutenzione a imprese terze di provata esperienza, e non solo a Telecom Italia, che questi servizi già oggi appalta a tali aziende. L’obiettivo della misura approvata alla Camera è liberalizzare un mercato attualmente monopolistico in modo da trasferire i vantaggi della liberalizzazione a utenti e consumatori. La cancellazione di questa previsione di leggeeliminerebbe buona parte dei vantaggi derivanti da questa misura liberalizzatrice".

Piergiorgio Stiffoni (Lega Nord): "Il Governo la smetta di prenderci in giro. La riformulazione presentata dal Ministro Patroni Griffi al dl semplificazioni sui costi disaggregati dell’ultimo miglio è irricevibile e rappresenta una grave offesa verso il Parlamento, considerato quanto di buono si era fatto alla Camera approvando con l’unanimità politica una norma che liberalizzava concretamente la telefonia fissa e ne ridava slancio e benefici al mercato, ai cittadini e alle imprese. Nella riformulazione presentata oggi scompare per ‘magia’ la possibilità per tutti gli operatori richiedenti di poter acquisire i servizi di manutenzione correttiva e attivazione da imprese terze. Rimangono, così, solo tante chiacchiere da farsi all’infinito in Agcom che, al massimo, porteranno alla pubblicazione separata dei prezzi: se la cantano e se la suonano"

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