DISAGGREGAZIONE SERVIZI TELECOM ITALIA

Ultimo miglio, la Kroes chiede chiarimenti al Governo

La Commissione ha inviato una lettera all’esecutivo italiano in merito all’emendamento al Dl Semplificazioni che se approvato dal Senato obbligherebbe la disaggregazione dei servizi di accesso alla rete di Telecom Italia. L’obiettivo è valutare la compatibilità con la normativa europea

Pubblicato il 16 Mar 2012

Mila Fiordalisi

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La Commissione europea ha scritto una lettera al governo italiano, firmata dal commissario Ue all’agenda Digitale Neelie Kroes, chiedendo informazioni e chiarimenti sull’emendamento al Dl Semplificazioni che se approvato al Senato obbligherebbe la disaggregazione dei servizi alla rete di accesso all’ingrosso di Telecom Italia.

L’intervento dell’Europa mira a valutare la compatibilità della misura con le norme comunitarie in materia di telecomunicazioni. Le informazioni richieste riguardano, ad esempio, l’effetto della disposizione sul margine di apprezzamento dell’autorità nazionale di regolamentazione in merito alla definizione delle soluzioni regolatorie adeguate ai problemi individuati. La Commissione europea vuole inoltre verificare se la proposta di provvedimento legislativo imporrebbe obblighi direttamente applicabili. E vuole conoscere l’identità degli operatori che sarebbero soggetti agli obblighi e il rapporto con gli attuali poteri dell’Authority.

La Commissione ha indicato che, in linea generale, una disposizione legislativa nazionale che limitasse il potere decisionale delle Agcom sarebbe incompatibile con le norme comunitarie in materia di telecomunicazioni. Di contro la Commissione puntualizza che non ci sarebbe alcuna questione di incompatibilità con le norme Ue nel caso in cui la misura italiana non violasse l’esercizio delle funzioni dell’Authority ma le facilitasse nel loro esercizio di approvazione delle offerte di riferimento per i servizi disaggregati di accesso alla rete.

La Commissione puntualizza che la richiesta non rappresenta una notifica formale di procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Ma va da sè che la procedura non potrebbe essere avviata in alcun caso prima dell’approvazione in Senato, ossia prima che la disposizione diventi legge dello Stato. L’invio della lettera rappresenta però l’avvio di un "procedimento" che partendo dai chiarimenti – come sempre avviene nell’iter che accompagna eventuali aperture di procedure di infrazione a carico degli Stati membri – di fatto apre alla possibilità che l’Italia sia messa in mora qualora fossero stati violati i poteri di Agcom.

"Etno accoglie con favore l’intervento della Commissione europea volto a verificare la compatibilità dell’emendamento con la normativa europea, in particolare rispetto alle competenze assegnate alle Autorità, che sono definite nelle Direttive comunitarie di settore, commenta l’associazione presieduta da Luigi Gambardella. "Del resto, anche il Berec aveva già espresso forti preoccupazioni per una norma che minaccia il ruolo e l’autonomia del regolatore".

"Se La Commissione Europea avesse avuto seri dubbi sulla legittimità della norma, si sarebbe pronunciata in maniera più esplicita – commenta l’ex presidente di Ecta Innocenzo Genna -. Al contrario, l’atteggiamento prudente, nonostante l’allarmismo mediatico di Berec e la lobby incessante di Etno, ci fa capire che la Commissione non vede i presupposti per una procedura di infrazione, ma chiede comunque dettagli per verificare compiutamente la fattispecie. Di più, la Commissione fa capire di essere d’accordo con il principio della disaggregazione e propone che Agcom sia facilitata ad imporre questa misura, qualora non abbia tale potere. In sostanza, l’emendamento telecomunicazioni, invece che limitare i poteri di Agcom, li amplia".

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