Unbundling, Preto: “Garantita spinta a investimenti nelle nuove reti”

Ora gli Olo potranno infrastrutturarsi. Nostra decisione solida anche rispetto agli obiettivi della concorrenza

Pubblicato il 20 Dic 2013

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, su proposta del Commissario Antonio Preto, ha approvato, nel Consiglio del 19 dicembre 2013, il provvedimento con il quale conferma la decisione presa l’11 luglio scorso: gli Olo dovranno pagare a Telecom Italia un canone di 8,68 euro mensili per l’acquisto del servizio di local loop unbundling. Nella stessa riunione di Consiglio è stato inoltre approvata la delibera che conferma il prezzo del canone bitstream a 15,14 euro mensili.

Riceviamo e pubblichiamo un commento del Commissario Antonio Preto.

Il dialogo con la Commissione è stato proficuo. Rispetto alla lettera del 12 agosto, sono stati superati i dubbi di carattere procedurale. La Commissione ha infatti riconosciuto che Agcom ha informato il mercato sulla decisione di non fissare i prezzi di accesso all’ingrosso per il 2013 nell’ambito della revisione di mercato ma piuttosto nell’ambito della revisione dell’offerta di riferimento di Telecom Italia. E inoltre la Commissione ritiene superate le proprie riserve in merito all’aver separato i procedimenti di approvazione dei prezzi 2013 (offerta di riferimento) da quello di approvazione dei prezzi 2014-2016 (analisi di mercato).

Per quanto riguarda il costo del capitale di Telecom Italia, il Wacc, l’Autorità ha mantenuto la posizione già espressa nel testo approvato l’11 luglio scorso, ovvero che tale parametro si modifica contestualmente all’analisi dei mercati.

Tuttavia abbiamo voluto verificare la solidità della nostra decisione accogliendo l’invito della Commissione ad aggiornare due elementi alla base del calcolo del Wacc, ovvero il tasso risk-free e l’Equity risk premium (Erp). Per quanto riguarda il tasso free-risk, è stata calcolata la media del rendimento dei Btp su un periodo di quasi 5 anni, dal gennaio 2009 al novembre 2013, per avere i dati più aggiornati e ricomprendere anche quelli eccezionalmente negativi che hanno caratterizzato la seconda metà del 2011 e la prima metà del 2012. Quanto all’Equity Risk Premium, abbiamo utilizzato il valore calcolato da un soggetto di fama internazionale, su una media di ben 112 anni, dal 1900 al 2012.

Utilizzando i nuovi dati nel nostro modello utilizzato per il calcolo del Wacc abbiamo appurato la validità del 9,36% e abbiamo, di conseguenza, confermato i prezzi già definiti nel luglio 2013: 8,68 euro/mese per l’ unbundling e 15,14 euro/mese per il bitstream.

Siamo sicuri che la nostra decisione sia solida anche rispetto agli obiettivi della concorrenza e degli investimenti nella rete Nga. Con una riduzione del prezzo dell’ unbundling rispetto al 2012, infatti, aumenta lo spazio economico per la concorrenza con un favore nei confronti degli Olo che intendono infrastrutturarsi. Con la nostra decisione sul costo del capitale, ceteris paribus, la riduzione del prezzo dell’unbundling è relativamente maggiore sia della riduzione del prezzo del bitstream, sia della riduzione del prezzo del Vula Fttc. Quindi, tanto sui servizi in rame, quanto su quelli in fibra, si favoriscono gli operatori che scelgono una maggiore infrastrutturazione. Spinta all’infrastrutturazione che è dimostrata dai piani ambiziosi annunciati negli ultimi mesi da tutti gli operatori, Telecom Italia inclusa.

Quanto al rispetto delle prerogative, risulta evidente che all’interno del complessivo impianto istituzionale disegnato dal quadro normativo in materia di comunicazioni elettroniche, la divergenza di opinioni tra Autorità nazionale e Commissione è assolutamente fisiologica. Questo è quanto emerge da una piana lettura dell’articolo 7-bis della Direttiva Quadro. La norma, infatti, prevede che Commissione e Berec esprimano un parere sulla decisione dell’Autorità nazionale di regolazione (Anr). Tuttavia, la disposizione è chiara nell’attribuire il potere decisorio in capo all’Anr e, dunque, ad Agcom. È l’Autorità nazionale che decide in ultima istanza anche a seguito della Raccomandazione della Commissione.

E’ dunque possibile discostarsi dalle indicazioni della Commissione, motivando adeguatamente. È proprio quello che è stato fatto oggi dimostrando la coerenza della posizione presa a suo tempo dall’Autorità. Questo senza minimamente ostacolare il confronto in ambito europeo che è stato pienamente assicurato e, ribadisco, estremamente proficuo. Ma questo confronto non mina i poteri decisori che la stessa direttiva affida ad Agcom.

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