CONSOB

Vegas: “Cambiare la legge sull’Opa”

Il caos Telefonica-Telecom “non ci sarebbe stato con una normativa diversa. Doppia soglia: 30% normale e 15% per le public company. Non si interverrebbe a partita in corso”

Pubblicato il 15 Dic 2013

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Martedì dovrebbe andare all’esame del Senato l’emendamento Mucchetti-Matteoli volto a modificare la legge sull’Opa.
L’emendamento stabilisce che è tenuto a lanciare l’offerta pubblica d’acquisto chiunque acquisisca, anche attraverso un’azione di concerto, il controllo di fatto della società “qualora la partecipazione acquisita dia diritti di voto inferiori al 30% del capitale ordinario, purché superiore al 15 per cento”.
Per “controllo di fatto” s’intende “il potere di nomina, con voto determinante in almeno due assemblee ordinarie consecutive, di un numero di amministratori in grado di esprimere la maggioranza deliberante per le materie di gestione ordinaria”.
Massimo Mucchetti e Altero Matteoli avevano già tentato di cambiare le legge sull’Opa in occasione dell’approvazione del decreto di stabilità. L’iter si era però fermato anche per l’opposizione di chi vedeva la misura come un’operazione volta a stoppare la salita di Telefonica in Telecom Italia. Cambiare le regole mentre la partita è in gioco, si è rilevato, è un pessimo segnale mandato ai mercati finanziari internazionali, oltre che sconveniente.
Dalle colonne del Sole24 Ore oggi è però arrivato oggi un assist importante a Mucchetti e Matteoli: quello del presidente della Consob Giuseppe Vegas.”Siamo in presenza di un’operazione solo annunciata e non completata – sostiene Vegas a proposito della salita di telefonica in Telco – Se fosse approvata la riforma, per salire oltre occorrerebbe mettere mano al portafoglio e non si potrebbe controllare con poca spesa una grande impresa. Qui c’è un gioco poco trasparente, un metodo alla Pearl Harbor: prima bombardi, poi dichiari guerra”.
Per il presidente di Consob, il guazzabuglio Telecom-Telefonica si sarebbe “facilmente risolto se si fosse presa con decisione la strada di una riforma dell’Opa nei termini che già a fine settembre avevo proposto in parlamento: due soglie fisse: il 30% ordinario” e il 15% per le public company”.

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