STRATEGIE

Vivendi al 22% di Telecom Italia? de Puyfontaine: “Mai dire mai”, e il titolo vola

Il ceo della media company francese non esclude l’ipotesi di un rafforzamento nel capitale. E spiega: “Sosterremo lo sviluppo delle infrastrutture di rete”. Recchi: “Pronti a competere con i grandi player Usa”

Pubblicato il 08 Lug 2015

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Un piano a lungo termine, non un investimento “mordi e fuggi”. Questa è la strategia descritta dal ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, a margine dell’incontro con la ministra, Federica Guidi, e con il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, di questa mattina al Ministero dello Sviluppo economico, dopo che la società francese è diventata azionista di maggioranza di Telecom Italia con una quota del 14,9%.

Assente all’incontro l’ad di Telecom, Marco Patuano. “L’incontro è andato bene – ha commentato – è bello essere qui e avere opportunità di presentarvi Vivendi. Abbiamo l’obiettivo di costruIre un player di dimensioni globali, basato in Europa. Per farlo vogliamo focalizzarci sulla distribuzione dei contenuti e dei media e avere una buona relazione con le Telco – ha aggiunto il manager francese – C’è pieno impegno da parte di Vivendi di essere al fianco del board e del management di Telecom Italia e il piano è di sostenere lo sviluppo delle infrastrutture della rete

Sulla possibilità di aumentare la quota di Telecom, de Puyfontaine ha detto: “Siamo molto contenti oggi con la quota del 14,9% in Telecom Italia: per il futuro? Io mi chiamo de Puyfontaine, fontana, in Francia abbiamo un detto ‘non dire mai fontana non berrò mai alla tua acqua’… Quello che faremo in futuro lo vedremo”.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa riportate da La Repubblica, il gruppo francese avrebbe a disposizione strumenti finanziari per salire dall’attuale 14,9% al 22% e il ceo, a margine degli incontri, non ha escluso un rafforzamento nel capitale: “Mai dire mai”, ha risposto a specifica domanda.

Secondo lo stesso quotidiano, il governo Renzi però non vedrebbe con troppo favore una presenza così forte di Vivendi nel primo gruppo telefonico nazionale.

Il mercato però sembra apprezzare la possibile salita di Vivendi in Telecom che a Piazza Affari, ha guadagnato il 4,5% terminando la seduta a 1,13 euro.

Riflettori anche sugli M&A. “Non ci sono speculazioni da aggiungere”, ha chiarito in merito ad un eventuale merger tra Vivendi e Mediaset. “Il mio presidente Bollorè conosce bene le persone di Mediaset e io stesso ho lavorato in Mondadori – ha spiegato – Ho sentito quello che Pier Silvio ha detto su Mediaset ma oggi il nostro piano è lavorare con Telecom Italia, lavorare al meglio con questa società e rendere la storia grande. Siamo molto aperti su quello che faremo in futuro”.

Per quanto riguarda l’ingresso dei francesi nel board di TI de Puyfontaine ha fatto sapere di no avere inoltrato “nessuna richiesta formale, a tempo debito vedremo se il board e il presidente riterranno che Vivendi possa apportare ulteriore valore, vedremo”.

Intanto, stando a quanto di apprende, Tarak Ben Ammar, già consigliere di Telecom Italia in quota Telco, resterà nel board del gruppo come rappresentante di Vivendi. Al momento non ci sarà un altro consigliere in quota del gruppo francese.

Per il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, l’arrivo di Vivendi è una “opportunità per Telecom e per l’Italia”. “E’ positivo che arrivi un investitore straniero, in questo momento l Italia ha più bisogno che mai di investimenti esteri – ha spiegato Recchi – C’è la sensazione che l’Italia sia un mercato interessante visto i segnali di ripresa che stiamo vivendo. Abbiamo una partita da giocare con i grandi Player americani. In Europa non esistono ancora player di questo livello, con Vivendi dobbiamo dare risposte europee. Il fatto che avvenga in Italia e con l’Italia è una grossa opportunità per l’azienda è per il Paese”.

“Abbiamo messo in campo il piano industriale più grande che abbia mai fatto da Telecom Italia e qualunque altra società in Italia. Nel mobile siamo già ai primi posti europei. Nel 2017 arriveremo al 95% di copertura – ha ricordato Recchi – Per quanto riguarda la banda ultra larga dobbiamo recuperare un gap con gli altri Paesi europei, ma nel 2017 lo colmeremo”, ha aggiunto concluso, spiegando che la società sta cablando con banda ultra larga un territorio grande come la città di Torino ogni mese.

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