TASSE

Vivendi in credito col fisco francese per 336 milioni

Il tribunale amministrativo di Montreuil dà ragione all’operatore. Il contenzioso era nato nel settembre 2011 con la sospensione dei benefici fiscali che il Governo concedeva alle multinazionali. L’azienda chiedeva il risarcimento dei mancati introiti per l’ultimo trimestre di quell’anno

Pubblicato il 09 Ott 2014

A.S.

vivendi-141009130517

Il fisco francese dovrà versare a Vivendi un rimborso di 336 milioni di euro. Alla base del contenzioso tra l’operatore e il ministero francese dell’Economia – si legge su MF – c’era la soppressione delle agevolazioni fiscali per le multinazionali transalpine, decisa da parlamento francese ed entrata in vigore da settembre 2011, senza aspettare la fine dell’anno.

Una decisione che non ha convinto il management di Vivendi, che aveva in un primo momento presentato ricorso proprio al fisco, vedendoselo respingere. L’azienda, allora guidata da Jean-Bernard Lévy, lamentava i mancati introiti registrati nel 2011 per la sospensione senza preavviso delle agevolazioni, delle quali godeva insieme a Total e altre tre multinazionali, quantificando il danno in 336 milioni di euro.

Così il contenzioso si è spostato al tribunale amministrativo di Montreuil, che ha dato soddisfazione all’operatore, riconoscendogli il diritto al rimborso dei 336 milioni di euro.

Le agevolazioni abolite nel 2011 sono quelle del cosiddetto “benéfice mondial consolidé”, il prodotto mondiale consolidato. La norma, nata nel 1965, che consentiva di conteggiare nel bilancio consolidato delle multinazionali anche le società detenute al 50%, mentre secondo il regime fiscale ordinario che vige in Francia possono essere incluse nel bilancio soltanto le società partecipate come minimo al 95%.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

J
Jean-Bernard Levy
T
total
V
vivendi

Articolo 1 di 4