IL COMMENTO

Wind-3, Carnevale Maffè: “Per l’Italia occasione di tornare protagonista nel mobile”

L’economista: “Vantaggi dalla razionalizzazione delle infrastrutture di rete. Strategia ormai convergente da parte di tutti gli operatori mobili”

Pubblicato il 06 Ago 2015

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Il matrimonio Wind-3 Italia “è destinato a cambiare lo scenario delle telecomunicazioni, andando a costituire il primo operatore italiano sul mercato delle prepagate, con il 37% di quota a fronte del 31,5% ciascuno di Tim e Vodafone, e il secondo sul settore degli abbonamenti, col 27,8%”. Lo dice Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia Aziendale per l’Università Bocconi che commenta positivamente l’annuncio delle nozze tra le due società di tlc. “Grazie anche alla presenza degli operatori virtuali, il rischio di una riduzione della pressione competitiva sul mercato retail – spiega l’economista – sembra compensato dai benefici derivanti dalla razionalizzazione delle infrastrutture di rete, oltre ai sistemi operativi e distributivi. Questo potrà liberare capitale per l’auspicato aumento degli investimenti, necessari al passaggio allo standard Lte e al nuovo, grande mercato dell’Internet of Things”.

“In termini di benefici per i consumatori – continua Maffè – il settore ha già dato uno straordinario, e talvolta perfino irrazionale, contributo competitivo misurato con la riduzione dei prezzi”. I servizi di telefonia “hanno visto una riduzione di prezzi più elevata che in ogni altro settore: in dieci anni (2004-2014) sono diminuiti del 15,8%, a fronte per esempio di tariffe elettriche cresciute del 48,2%, più del doppio di un’inflazione pari al 20,5%”. A suo giudizio, “l’unico perdente sarà probabilmente l’erario, che dovrà imparare a moderare il proprio taglieggiamento fiscale al settore, al quale ha imposto quantità controproducenti di oneri diretti e indiretti per la realizzazione delle infrastrutture di rete, in particolare sotto forma di imposte anticipate, per quanto definite col termine politicamente corretto di ‘licenze’ per le frequenze”.

Frequenze che invece “sono state molto più generosamente concesse per il settore televisivo”.

Per l’economista, “se l’intollerabile conflitto d’interessi di uno Stato regolatore che ha svolto indirettamente anche il ruolo di esoso esattore fiscale ex ante non porterà a imposizioni di “rimedi” assurdi, a parte opportune garanzie sui prezzi wholesale, l’Italia ha l’occasione di ridiventare protagonista nelle reti mobili di nuova generazione”. Il tutto, sottolinea, “con una strategia ormai convergente con la rete fissa da parte di tutti gli operatori mobili”. Carnevale Maffè osserva inoltre che “sia il recente rebranding di Telecom Italia in Tim, sia l’aggregazione di Wind da parte di H3G, operatore mobile puro fino ad oggi, costituiscono il sigillo del trionfo dei servizi di rete cellulare rispetto a quelli di rete fissa, nonché dell’approccio basato sulla competizione infrastrutturale rispetto a quello di un monopolio de facto. Gli italiani, poi, hanno già votato. Coi polpastrelli”

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