Un’importante sentenza ha sancito che l’installazione di un’antenna 5G a Ponteranica, nel Parco dei Colli di Bergamo, è di fondamentale supporto al servizio pubblico e alla coesione sociale. Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) per la Lombardia, Sezione di Brescia, ha accolto il ricorso presentato da Inwit, la società incaricata di realizzare l’infrastruttura nell’ambito del Piano Italia 5G previsto dal Pnrr. La decisione, che ribalta il parere contrario della Commissione per il Paesaggio del Parco dei Colli, riconosce la necessità dell’infrastruttura per l’attuazione della rete digitale in aree altrimenti non coperte da servizi di telecomunicazione.
La sentenza di oggi non riguarda solo Ponteranica, ma stabilisce un precedente giurisprudenziale che potrebbe influenzare futuri casi simili, come quelli che hanno coinvolto altri comuni, tra cui la stessa città di Bergamo. Il tema delle antenne 5G ha sollevato preoccupazioni in vari territori, ma la decisione del Tar pone un punto fermo sul valore sociale ed economico di queste infrastrutture.
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La giustificazione della sentenza: le infrastrutture 5G come opere di urbanizzazione primaria
Il Tribunale ha spiegato che, sebbene il Piano territoriale di coordinamento del parco non consenta la realizzazione di infrastrutture di telecomunicazione, le antenne 5G vanno considerate opere di urbanizzazione primaria. Queste strutture, sebbene di proprietà degli operatori, devono essere realizzate per garantire l’inclusione digitale su tutto il territorio nazionale, un principio previsto dalla Costituzione italiana. L’introduzione di queste tecnologie nelle aree a fallimento di mercato, come quella di Ponteranica, è fondamentale per colmare il gap infrastrutturale e per garantire la piena accessibilità dei cittadini ai servizi digitali e pubblici.
Il Tar ha, infatti, sottolineato che l’installazione di infrastrutture digitali è un’esigenza sociale e che il bilanciamento tra gli interessi pubblici e privati impone di dare priorità a questi interventi, che sono imprescindibili per l’attuazione di servizi fondamentali come quelli sanitari, di sicurezza e giuridici.
Il Piano Italia 5G: la rilevanza della rete in aree a fallimento di mercato
Il progetto che ha portato alla realizzazione dell’antenna di Ponteranica rientra nel contesto del Piano Italia 5G previsto dal Pnrr, che mira a sviluppare la rete nelle aree non coperte dal normale piano di investimento degli operatori. Queste aree sono definite “a fallimento di mercato” perché troppo poco redditizie per attirare gli investimenti privati. Il Piano, quindi, prevede l’intervento pubblico attraverso aziende come Inwit, che agiscono non solo come operatori economici, ma come soggetti attuatori di progetti di rilevanza sociale e pubblica. Il loro obiettivo è quello di garantire la coesione digitale del paese, permettendo a tutti i cittadini, anche quelli delle zone più remote o meno redditizie, di accedere a una connessione 5G all’avanguardia.
Il Pnrr, con il Piano Italia 5G, promuove l’infrastrutturazione digitale come una priorità nazionale, superando le resistenze locali in nome del progresso tecnologico e della digitalizzazione inclusiva. La sentenza di oggi stabilisce che queste opere devono essere realizzate senza ostacoli, anche quando le amministrazioni locali si oppongono per motivi di salvaguardia del paesaggio o di altri vincoli territoriali.
Impatti sulla giurisprudenza e sullo sviluppo delle infrastrutture 5G in Italia
Questa decisione del Tar di Brescia si inserisce in un quadro giuridico in evoluzione, che sta cercando di trovare un equilibrio tra il progresso tecnologico e la tutela del territorio. Sebbene alcune amministrazioni locali abbiano sollevato obiezioni per motivi paesaggistici o ambientali, la sentenza stabilisce che il Piano Italia 5G prevale sugli ordinamenti comunali quando si tratta di garantire l’inclusione sociale attraverso l’accesso alla rete.
Il giudizio favorevole di oggi potrebbe influenzare altri casi in cui Inwit e altre società di telecomunicazioni cercano di realizzare infrastrutture simili in contesti complessi, come in aree protette o con restrizioni paesaggistiche. In questi casi, la giurisprudenza sembra orientarsi sempre di più verso la necessità di contemperare gli interessi ambientali con quelli sociali e pubblici, senza fermare lo sviluppo tecnologico.
Le sfide future: un equilibrio tra progresso e tutela del territorio
Nonostante il via libera di oggi, la questione delle antenne 5G continua a essere oggetto di dibattito, soprattutto in relazione al loro impatto sul paesaggio e sull’ambiente. Come già sottolineato da altre sentenze, come quella del Tar Puglia su un caso a Aradeo (Le), i regolamenti locali possono entrare in contrasto con le necessità di un’infrastruttura digitale moderna. Tuttavia, la decisione del Tar di Brescia dimostra che, quando si tratta di garantire l’inclusione digitale, l’interesse pubblico prevale sulle normative locali, aprendo la strada a un’ulteriore espansione delle reti 5G, anche in territori complicati dal punto di vista ambientale.
In definitiva, la sentenza offre una protezione giuridica fondamentale per il Piano Italia 5G, confermando la sua rilevanza nell’assicurare che l’Italia non rimanga indietro rispetto agli altri paesi in termini di digitalizzazione e accesso ai servizi di telecomunicazione avanzati.