Il mercato globale degli hyperscale data center è destinato a vivere un’esplosione di crescita nei prossimi anni. Secondo l’ultimo studio pubblicato da MarketsandMarkets, il settore passerà da un valore di 162,79 miliardi di dollari nel 2024 a ben 608,54 miliardi nel 2030, con un tasso di crescita annuo composto (Cagr) del 24,6%. Un trend che evidenzia come queste infrastrutture stiano diventando pilastri strategici della trasformazione digitale globale.
La crescita non è solo quantitativa ma qualitativa. Gli hyperscale data center si stanno evolvendo in piattaforme intelligenti e flessibili, fondamentali per abilitare l’adozione di tecnologie emergenti come cloud computing, intelligenza artificiale, machine learning, big data analytics ed edge computing. In un contesto in cui la generazione e il trattamento dei dati aumentano esponenzialmente, queste infrastrutture offrono scalabilità, resilienza ed efficienza energetica senza precedenti.
La centralità di queste architetture è amplificata dal ruolo che giocano nella gestione dei carichi di lavoro complessi, nella distribuzione delle risorse digitali su scala planetaria e nell’ottimizzazione dei consumi energetici, elementi sempre più cruciali anche sul piano della sostenibilità ambientale.
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L’accelerazione impressa dall’intelligenza artificiale
Uno dei motori principali della crescita del mercato è rappresentato dall’adozione sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale (AI) e del machine learning (ML). Queste tecnologie non solo aumentano la capacità computazionale, ma trasformano il modo in cui i data center operano. L’integrazione di algoritmi predittivi e di automazione intelligente consente infatti una gestione dinamica e ottimizzata delle risorse, con la possibilità di allocare potenza di calcolo e memoria in base al carico e alle priorità applicative.
Con l’AI, è possibile anticipare le condizioni critiche e intervenire preventivamente su guasti o picchi di consumo. Si parla sempre più di data center autonomi, in cui l’ottimizzazione delle performance avviene in tempo reale grazie all’elaborazione dei dati interni – dai flussi energetici alle condizioni termiche – con una riduzione significativa dei costi operativi e un impatto ambientale più contenuto.
Nel contesto degli hyperscale, questa capacità di auto-adattamento diventa essenziale per garantire continuità di servizio in scenari altamente dinamici e globalizzati. La ridondanza intelligente e l’allocazione ottimale delle risorse fanno la differenza nei momenti di massima pressione, come nel caso di eventi online, picchi stagionali dell’e-commerce, o processi industriali 24/7.
Il ruolo della banda ultralarga e delle infrastrutture intelligenti
L’espansione del mercato degli hyperscale data center non può prescindere dalla disponibilità di connettività ad alta capacità. In particolare, la banda ultralarga rappresenta una condizione abilitante per supportare l’elaborazione distribuita, la bassa latenza, e l’interazione costante tra nodi centrali e periferici della rete.
La banda ultralarga permette la gestione in tempo reale di grandi moli di dati provenienti da sensori IoT, applicazioni mobili e piattaforme cloud. Inoltre, è fondamentale per abilitare l’interconnessione tra i data center, supportando architetture multi-cloud e hybrid cloud sempre più diffuse nelle strategie aziendali. (Approfondisci tutte le applicazioni innovative della banda ultralarga nell’approfondimento di CorCom).
Le infrastrutture sottostanti – dalle dorsali in fibra ottica ai nodi edge – si configurano così come parte integrante dell’ecosistema hyperscale, rendendo possibile un modello distribuito, sicuro e reattivo, pronto a rispondere alla crescente domanda di servizi digitali mission-critical.
La supremazia dell’hardware nel nuovo scenario
Il report di MarketsandMarkets sottolinea come, nel periodo di previsione, il segmento hardware continuerà a detenere la quota maggiore di mercato. Questo trend è strettamente legato all’esigenza di infrastrutture robuste, progettate per reggere carichi intensivi di calcolo, storage e networking, indispensabili per i nuovi paradigmi tecnologici.
I componenti chiave includono server ad alte prestazioni, dispositivi di archiviazione SSD e NVMe, sistemi di interconnessione ultra-veloci e apparati per la gestione energetica avanzata. La domanda di hardware affidabile cresce parallelamente all’esigenza di elaborare rapidamente i dati prodotti da AI, IoT e realtà aumentata.
Tecnologie emergenti come il liquid cooling, le unità di distribuzione intelligente dell’energia (smart PDUs), e i rack modulari permettono di ottenere non solo performance più elevate, ma anche una gestione termica ed energetica più efficiente, in linea con gli obiettivi di sostenibilità. In un contesto in cui la densità dei rack cresce, l’hardware non è più un semplice componente: diventa un asset strategico di ottimizzazione.
Greenfield, la nuova frontiera della sostenibilità digitale
Tra le modalità di implementazione, quella greenfield si distingue per il più alto tasso di crescita previsto entro il 2030. Il motivo è semplice: consente di costruire data center iperscalabili ex novo, integrando fin dall’inizio tutte le tecnologie più avanzate in termini di efficienza, modularità e compatibilità ambientale.
Il deployment greenfield permette un’architettura su misura in base alle esigenze operative, riducendo gli sprechi e massimizzando l’efficacia dell’infrastruttura. L’adozione di energie rinnovabili, l’ottimizzazione del raffreddamento, l’impiego di materiali certificati e il rispetto delle normative Esg rendono questo modello particolarmente attraente per i grandi operatori cloud e per le imprese pubbliche e private che devono soddisfare obiettivi di sostenibilità stringenti.
Inoltre, il greenfield offre un vantaggio competitivo in termini di scalabilità futura: la possibilità di ampliare le capacità senza dover riconvertire ambienti legacy si traduce in una flessibilità preziosa per chi opera in un mercato in continua evoluzione.
Nord America guida il mercato, l’Europa alza il ritmo
Il Nord America si conferma il mercato di riferimento per gli hyperscale data center. La presenza di colossi come Aws, Microsoft e Google, unita a un tessuto infrastrutturale evoluto e alla disponibilità di capitali, ha favorito lo sviluppo di numerosi hub ad alta densità in territori strategici come Virginia, Texas, Oregon e Ohio.
Ma anche l’Europa si sta ritagliando un ruolo sempre più centrale. Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Italia sono oggi al centro di nuove iniziative che puntano a coniugare capacità computazionale e sostenibilità ambientale, spesso con il sostegno di fondi europei legati al Green Deal e al Digital Decade.
Il mercato italiano, in particolare, sta crescendo grazie all’espansione della banda ultralarga, alla disponibilità di spazi industriali riconvertibili e al ruolo crescente delle partnership pubblico-private. L’iniziativa Gaia-X e i progetti di cloud nazionale rappresentano ulteriori leve per consolidare una sovranità digitale europea in cui i data center iperscalabili giocano un ruolo decisivo.
Una nuova economia dell’infrastruttura digitale
L’espansione del mercato degli hyperscale data center è destinata ad avere un impatto profondo su tutta la filiera dell’ICT. Non si tratta solo di una crescita verticale del comparto cloud, ma di una trasformazione sistemica che coinvolge aziende di progettazione, manifattura elettronica, ingegneria energetica, edilizia specializzata e cybersecurity.
In parallelo, la convergenza tra edge computing, AI, IoT e servizi digitali avanzati impone alle imprese una ridefinizione strategica delle proprie architetture IT, abbracciando modelli flessibili, scalabili e sicuri. I data center iperscalabili si configurano così come motore abilitante dell’economia digitale, fungendo da piattaforme intelligenti in grado di garantire continuità operativa, efficienza e innovazione.