Per decenni, il mercato della connettività aziendale ha vissuto in una condizione di compromesso. Le imprese si sono trovate a scegliere tra soluzioni economiche ma instabili, come il rame, e servizi affidabili ma costosi, come le linee dedicate. Questa dicotomia ha limitato l’evoluzione digitale, trasformando la rete in un vincolo anziché in un abilitatore.
Oggi, con l’avanzamento dei piani di rollout della fibra e l’emergere di nuovi modelli di consumo digitale, la connettività si trasforma in infrastruttura intelligente. Non più commodity, ma piattaforma adattiva, capace di rispondere alle esigenze di scalabilità, sicurezza e resilienza che caratterizzano la digital society.
La tendenza è chiara: le reti devono diventare flessibili, configurabili, integrate nei processi aziendali. E questo richiede un ripensamento profondo dei prodotti e dei modelli di servizio.
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Da banda a piattaforma: il nuovo ruolo della rete
La crescente dipendenza da applicazioni cloud, strumenti di collaborazione, dispositivi IoT e sistemi di pagamento digitali ha reso evidente un limite strutturale: le soluzioni tradizionali non sono più sufficienti. Le imprese non possono permettersi downtime, né sovradimensionamenti costosi. Serve una rete che si adatti, che cresca, che si integri.
In questo contesto, la modularità diventa un principio architetturale. Le infrastrutture intelligenti si fondano su servizi componibili, configurabili da remoto, capaci di evolvere senza interventi fisici. La banda non è più un valore fisso, ma una risorsa dinamica. I livelli di servizio si modellano come software. La rete diventa una piattaforma software-defined, dove la logica applicativa guida la configurazione infrastrutturale.
Il caso Its: progettare per l’evoluzione, non per la sostituzione
Un esempio concreto di questa trasformazione è rappresentato da Its, operatore britannico che ha scelto di ripensare l’offerta di connettività in chiave modulare. Come racconta Pete England, Product Director, l’obiettivo è superare il modello rigido delle linee dedicate, offrendo soluzioni scalabili e configurabili.
Il portfolio di Its si articola su tre livelli – FibreOne, FibreLight e FibreBright – pensati per coprire l’intero spettro delle esigenze aziendali. Ma la vera innovazione non sta nella segmentazione, bensì nella possibilità di evolvere senza discontinuità. Le imprese possono iniziare con un servizio base e crescere progressivamente, senza dover sostituire l’infrastruttura.
La rete è progettata per essere consumata come un servizio cloud: si acquista ciò che serve, si adatta alle necessità, si integra con i sistemi di gestione. La configurazione è software-defined, la scalabilità è nativa, il provisioning è automatizzato. È un modello che anticipa la convergenza tra infrastruttura e applicazione, rendendo la rete parte integrante del processo digitale.
Scalabilità, automazione e Esg: i nuovi driver infrastrutturali
La direzione è ormai tracciata. Le infrastrutture intelligenti non si limitano a fornire banda: incorporano intelligenza, automazione, sicurezza e compliance ambientale. La rete diventa un sistema adattivo, capace di rispondere in tempo reale alle variazioni di carico, alle esigenze normative, agli obiettivi Esg.
Questo approccio rompe con la logica dei servizi a silos, ancora diffusa tra molti operatori. La rete non è più un insieme di componenti isolati, ma un ecosistema integrato, dove ogni elemento può essere configurato, aggiornato, scalato. La modularità non è solo tecnica, ma anche commerciale: i modelli di pricing si adattano, i livelli di servizio si personalizzano, la capacità si riutilizza.
Un benchmark per il decennio digitale
La trasformazione in atto non è incrementale, ma sistemica. La connettività del futuro non sarà più definita dalla velocità, ma dalla capacità di adattamento. Le imprese chiedono reti che crescano con loro, che si integrino nei processi, che supportino l’innovazione.
Le infrastrutture intelligenti rispondono a questa esigenza, proponendo un nuovo benchmark per il decennio digitale. Non si tratta di competere con gli incumbent sui vecchi paradigmi, ma di ridefinire le regole del gioco: flessibilità, modularità, intelligenza, sostenibilità.