La consigliera indipendente Domitilla Benigni lascia il Cda di Tim e gli incarichi nel Comitato Nomine e Remunerazione e nel Comitato Sostenibilità. Ad annunciarlo è l’azienda in una nota, in cui si sottolinea che a motivare la decisione sono stati i “crescenti e onerosi impegni professionali legati alla sua carica di Amministratore Delegato di Elettronica Spa”.
L’uscita decorrerà dal termine della prossima riunione del Consiglio d’amministrazione, in calendario per il 25 settembre.
Benigni, che non detiene azioni Tim, è stata salutata dall’azienda con gratitudine “per la professionalità e dedizione dimostrata nel corso del suo incarico”, e con gli auguri per “ulteriori successi personali e professionali”.
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Un posto vacante nel consiglio
Con l’uscita di Benigni, il board di TIM si troverà a dover affrontare un nodo delicato. Il suo posto vacante, infatti, stando a indiscrezioni che hanno iniziato a circolare sui mezzi d’informazione, potrebbe essere destinato a un rappresentante di Poste Italiane, primo azionista del gruppo con una quota del 24,8%. Tra i nomi in lizza, stando ai rumors, potrebbe esserci Matteo Del Fante, attuale amministratore delegato di Poste.
La discussione sull’eventuale sostituzione dovrebbe avvenire pcon il CdA del 25 settembre, anche alla luce delle regole sulla rappresentanza di genere e sui requisiti di indipendenza previsti dallo statuto e dalla normativa vigente.
Equilibri di governance e quote di genere
Il CdA di TIM, dopo le dimissioni di Benigni, sarà composto da 8 membri, di cui 6 indipendenti e 3 donne. Lo statuto del gruppo prevede un numero di consiglieri compreso tra 7 e 19, con l’obbligo che almeno due quinti appartengano al genere meno rappresentato e che la metà sia composta da indipendenti.
Un’eventuale cooptazione di un consigliere uomo e non indipendente – secondo la visione degli analisti di Intermonte – richiederebbe dunque particolare attenzione per garantire il rispetto di questi criteri. Inoltre, resta aperta la questione della composizione corretta dei comitati endoconsiliari, anch’essi vincolati a criteri di equilibrio e indipendenza.
La lettura degli analisti
Gli analisti di Intermonte sottolineano che la vicenda, pur essendo formalmente legata a motivi personali e professionali della consigliera uscente, potrebbe incidere sugli assetti di governance di TIM in una fase cruciale per il gruppo. L’ingresso di un rappresentante di Poste Italiane rafforzerebbe il peso del primo azionista all’interno del CdA, con possibili riflessi nelle future decisioni strategiche.