La Satellite Cellular Convergence è oggi al centro del dibattito strategico nel mondo telco. L’interesse crescente verso il Direct-to-Device (D2D), noto anche come Supplemental Coverage from Space (Scs), nasce dalla possibilità di estendere la copertura mobile in aree dove le reti terrestri non sono economicamente sostenibili. Tuttavia – come confermano la Wireless Infrastructure Association (Wia) e Telecom, Media and Finance Associates (Tmf) – si tratta di una tecnologia complementare, non sostitutiva.
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Il direct-to-device spinge la connettività oltre i confini, ma il 5G resta insostituibile
La convergenza tra reti satellitari e cellulari apre scenari inediti per le tlc. Dai servizi di emergenza via iPhone alla sperimentazione di Starlink e Ast SpaceMobile, il D2D promette copertura nelle aree remote ma con una potenza del segnale molto inferiore rispetto a quella di una cella terrestre, con conseguente limitata capacità di penetrazione negli edifici. Parola d’ordine: integrazione

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