IL CASO

Google, schiaffo dalla Corea: multa da 180 milioni di dollari per gli acquisti-in-app

Sanzione salatissima dall’Antitrust di Seul per abuso di posizione dominante: il Paese ha approvato una legge che vieta ai big del web di costringere gli sviluppatori ad utilizzare i loro sistemi di pagamento

Pubblicato il 14 Set 2021

google

Ammonta alla bellezza di quasi 180 milioni di dollari (207,4 miliardi di won) la multa che l’Autorità garante della concorrenza in Corea del Sud ha inflitto a Google con l’accusa di abuso di posizione dominante.

La mossa arriva due settimane dopo che Seul ha approvato una legge che vieta ad Apple e Google di costringere gli sviluppatori di app a utilizzare i loro sistemi di pagamento, dichiarando illegali i loro redditizi monopoli App Store e Play Store. I due colossi americani sono nel mirino, in particolare per aver preso fino al 30% di commissioni sulla vendita delle applicazioni. In sostanza, la sanzione punisce Google per aver spinto in maniera illegittima i produttori di smartphone a utilizzare in maniera esclusiva il sistema operativo Android.

Punita la clausola “anti-frammentazione”

La Korea fair trade commission (Kftc) già dal 2016 aveva aperto un’inchiesta sulle accuse nei confronti di Google di aver impedito la concorrenza rispetto ai sistemi operativi degli apparati di produttori come Samsung e Lg. In particolare, sotto accusa è una clausola definita “accordo di anti-frammentazione”, inserita all’interno dei contratti di licenza sull’app store e sull’accesso al sistema operativo.
Questa clausola impegna i produttori a non installare versioni modificate di Android sui loro prodotti. Inoltre vieta ai produttori di sviluppare proprie modifiche di Android. La pratica, secondo la Kftc, avrebbe di fatto consolidato la posizione dominante di Google e minato l’innovazione nello sviluppo di diversi sistemi operativi per gli smartphone.

Seconda maggior sanzione dopo quella a Qualcomm del 2016

La sanzione imposta a Google è, per dimensione, la seconda più importante della Kftc. La più importante è stata applicata nel 2016 al produttore di chip statunitense Qualcomm: 1.030 miliardi di won (742,7 milioni di euro).
“Noi ci attendiamo che le ultime misure aiutino a far rivivere la competizione nei mercati dei sistemi operativi per gli apparati mobili e delle app”, ha spiegato l’autorità nel suo comunicato. “Questo – ha continuato – dovrebbe aiutare a lanciare nuovi prodotti e servizi innovativi nel mercato degli smart device”.

Pronto il ricorso di Mountain View

Mountain View, dal canto suo, ha annunciato che presenterà ricorso. “Il programma di compatibilità di Android ha suscitato un’incredibile innovazione negli hardware e nei software, portando a un enorme successo sviluppatori e operatori coreani”, ha detto in un comunicato. “Questo – ha proseguito – ha portato a una più grande scelta e a una migliore esperienza per i consumatori coreani”. La decisione della Kftc, insomma, ignora questi benefici e li mina. Nel 2018 l’antitrust dell’Unione europea aveva già multato per 4,3 miliardi di euro Google per pratiche anti-competitive nel mercato dei sistemi operativi per i dispositivi mobili e in quello delle app.

La Kftc ha attive altre tre indagini relative ad attività contro la competizione di Google: una è relativa al sospetto che abbia costretto gli sviluppatori a diffondere le app solo attraverso il suo Play store; una seconda sulla vendita di pubblicità digitale; la terza sulla politica di fatturazione per gli sviluppatori.
Ad agosto dalla Corea del Sud era già arrivato uno schiaffo per Google e Apple, con una norma approvata dall’Assemblea nazionale per impedire di imporre all’interno dei loro app store i loro specifici sistemi di pagamento e per obbligare gli app store dei due giganti a consentire il pagamento diretto agli sviluppatori, di fatto colpendo il remunerativo sistema delle commissioni.

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