IL CASO

Anonymous attacca la Farnesina: online i conti del ministero

Allarme cybersecurity agli Esteri: “La Procura faccia luce al più presto. Tecnici al lavoro per garantire tutto il supporto possibile agli investigatori”. Pubblicati su cyberguerrilla.org e-mail, rimborsi spese e contratti di consulenza

Pubblicato il 20 Giu 2017

A.S.

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“Relativamente al tentativo di hackeraggio ai danni del sito della Farnesina, è stata presentata regolare denuncia e, conseguentemente, le indagini sono già in corso”. Lo afferma un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri dopo che Repubblica.it aveva dato la notizia di un tentativo di attacco informatico contro la Farnesina. “Per agevolare questo scopo – prosegue la nota – i tecnici del Ministero sono al lavoro per garantire tutto il supporto possibile. Per quando riguarda invece gli incauti, inopportuni, strumentali e inaccettabili commenti da parte di qualche testata, si precisa che ogni fattura della Farnesina è regolarmente vistata dalla Ragioneria ed è conforme a soddisfare le legittime esigenze di funzionamento dell’amministrazione”.

Il quotidiano online ha per primo riportato la rivendicazione di Anonymous dell’attacco, pubblicata sul sito cyberguerrilla.org: “Vi divertite e noi paghiamo – scrive Anonymous – Nel frattempo vogliate gradire la pubblicazione senza censura di parte dei dati sottratti dai vostri preziosi sistemi informatici”.

Nel mirino dei pirati informatici sono finiti i conti della Farnesina, che sono stati pubblicati online con nomi di ambasciate e consolati, e anche contratti stipulati con aziende dal 2012 ad oggi, email, rimborsi spese e contratti di consulenza per un ammontare, secondo il quotidiano, di milioni di euro. Molti account, secondo quanto ricostruito da Repubblica.it, erano già stati hackerati

Secondo alcuni esperti, la rivendicazione sarebbe attendibile, ma la filosofia del gruppo prevede che chiunque possa firmarsi o chiamarsi Anonymous, quindi è impossibile essere certi al 100%. Gli esperti del Cybersecurity National Labs, il centro di sicurezza informatica nato dall’unione dei centri di ricerca universitari italiani, sono al lavoro per cercare di capire da dove possa essere arrivata la minaccia e chi abbia architettato l’attacco.

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