TRADE WAR

Non solo 5G, Huawei nella black list finanziaria degli Usa?

Secondo indiscrezioni la Casa Bianca potrebbe aumentare la stretta sull’azienda cinese. La misura, se attuata, congelerebbe gli asset e impedirebbe di effettuare transazioni in dollari. Con impatti pesanti anche sui partner europei

Pubblicato il 03 Dic 2019

Patrizia Licata

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Il bando americano contro Huawei avrebbe potuto essere molto più pesante di quello implementato a inizio anno: l’amministrazione Trump ha preso in considerazione di inserire il vendor cinese nella black list finanziaria, una misura con ripercussioni ancora più gravi di quelle legate alla black list del dipartimento del Commercio.

Secondo fonti confidenziali sentite da Reuters, il National security council della Casa Bianca ha valutato l’inserimento di Huawei nella lista Sdn (Specially designated nationals) del dipartimento del Tesoro; ciò implica l’impossibilità per l’azienda che finisce nella lista di eseguire transazioni in dollari. La misura è stata messa da parte in via non definitiva: potrebbe essere riproposta nei prossimi mesi.

Pesanti impatti anche in Europa

La Casa Bianca ha valutato questa misura contro Huawei insieme ad altre sanzioni per mettere in atto un bando estremamente aggressivo. Huawei sarebbe diventata una delle aziende di maggiori dimensioni mai inserite nell’elenco Sdn, che ha incluso la russa Rusal (produttore di alluminio) ma anche singoli individui, tra cui narcotrafficanti venezuelani e politici iraniani.

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Diverse agenzie governative si sono consultate sulla proposta ma alla fine la decisione è stata di mettere da parte la black list finanziaria e puntare sull’inserimento nella lista nera del commercio, che costringe le aziende americane a ottenere una speciale autorizzazione per vendere prodotti all’azienda cinese.

Annie Fixler, esperta di cyber-sicurezza della Foundation for defense of democracies, ha affermato che l’inserimento nell’elenco Sdn “avrebbe avuto vaste e diffuse implicazioni per Huawei in tutto il mondo”, con pesanti impatti in Europa e in Asia eccetto la Cina. Ma avrebbe creato anche difficoltà logistiche, economiche e diplomatiche per il governo americano, visto il coinvolgimento dei paesi alleati e partner commerciali.

La lista nera del dipartimento del Tesoro rappresenta un divieto per aziende e cittadini americani di commerciare o condurre transazioni finanziarie con aziende e individui nella lista e congela gli asset detenuti negli Usa. Se Huawei fosse stata inserita nella black list Sdn sarebbero stati colpiti gli alleati degli Usa, come i paesi europei, che usano attrezzature di rete Huawei per le reti 4G perché quasi tutti i pagamenti in dollari passano attraverso istituti finanziari americani. Il dipartimento del Tesoro può concedere esenzioni ad alcune banche Usa per condurre queste transazioni ma tende a non farlo per non edulcorare il bando.

Il ban finanziario resta sul tavolo

Le dimensioni del gruppo Huawei, che ha anche decine di sussidiarie, complica l’attuazione del bando finanziario ma non lo esclude per sempre. Reuters sottolinea che il segretario al Tesoro Steve Mnuchin non è favorevole a soluzioni estreme contro Pechino ma per alcuni membri del Congresso la black list finanziaria è da considerare perché la spinta di Huawei al dominio sul mercato del 5G rappresenterebbe una “urgente questione di sicurezza nazionale per i paesi democratici”, secondo il deputato Repubblicano Michael Gallagher.

Nei giorni scorsi, alla vigilia della riunione dei ministri europei delle Comunicazioni, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha messo in guardia l’Ue  sui pericoli che correrebbe  aprendo le porte ad aziende come Huawei e Zte e ha accusato Huawei di spionaggio, corruzione e repressione dei diritti umani. Accuse “diffamatorie e false”, ha replicato il vendor cinese. “Sono maliziose e consumate, non fanno che del male alla reputazione degli Stati Uniti” e rappresentano “un insulto alla sovranità europea”.

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