IL CONFLITTO

Afghanistan, gara di solidarietà tra le web company: “Abbiamo il dovere di impegnarci”

L’ultima in ordine di tempo a predisporre un’iniziativa ad hoc è Airbnb che ospiterà gratuitamente famiglie di rifugiati in tutto mondo. I social network cancellano le info degli utenti per renderli non tracciabili dai talebani: “E’ la più grave crisi umanitaria di sempre”

Pubblicato il 24 Ago 2021

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Continua la mobilitazione delle web company per aiutare gli afghani. Dopo l’impegno dei social – Facebook, Twitter e Linkedin ma anche Clubhouse si sono attivati per rendere gli utenti non rintracciabili dai talebani – oggi tocca ad Airbnb. La piattaforma di affitti online ha in programma di ospitare gratuitamente 20mila rigugiati afghani in tutto il mondo.

L’iniziativa è stata annunciata su Twitter dal ceo Brian Chesky.

I rifugiati saranno ospitati in proprietà elencate sulla piattaforma e i soggiorni saranno finanziati dalla stessa Airbnb, ha spiegato Chesky, senza però specificare esattamente quanto l’azienda prevede di spendere per l’impegno né per quanto tempo saranno ospitati i rifugiati.

Solo gli Stati Uniti hanno finora evacuato circa 48.000 persone dall’Afghanistan mentre migliaia di persone stanno ancora cercando di fuggire. I talebani hanno fissato una scadenza per il trasporto aereo del 31 agosto e sale la preoccupazione per il fatto che in molti rischiano di non riuscire a lasciare il Paese entro quella data.

“Lo sfollamento e il reinsediamento dei rifugiati afghani negli Stati Uniti e altrove è una delle più grandi crisi umanitarie del nostro tempo – ha puntalizzato Chesky – Sentiamo la responsabilità di impegnarci”.

“Spero che questo ispiri altri leader aziendali a fare lo stesso. Non c’è tempo da perdere, ha poi detto.

Chesky ha esortato gli host Airbnb a “contattarlo” nel caso siano disponibili ad ospitare una famiglia di rifugiati e si è impegnato a collegarli con le persone che l’azienda sceglierà per gestire l’iniziativa che sarà molto complessa.

Le iniziative dei social network

Nei giorni scorsi anche i social sono scesi in campo per proteggere gli afghani. L’ultimo in ordine di tempo a lanciare azioni ad hoc è stato Clubhouse che ha oscurato le informazioni personali degli utenti così da rendere difficile il loro monitoraggio da parte dei talebani. La piattaforma, che ha inviato un messaggio a tutti gli iscritti interessati, permette comunque di ripristinare la visualizzazione dei dati sensibili, qualora lo si richieda direttamente tramite i form di contatto.

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Tra i contenuti momentaneamente cancellati ci sono le foto del profilo e le biografie. Non sono state invece modificate le liste dei follower, che restano visibili.

La società invita anche ad utilizzare pseudonimi per chi pensa di poter essere oggetto delle ritorsioni dei talebani. Clubhouse ha rivelato la mossa in un messaggio in lingua locale, condiviso dal sito Etilaatroz e dall’editore di Kabul Now, Zaki Daryabi. Anche altri social network hanno adottato misure per proteggere i loro utenti afgani. Facebook ha annunciato di aver creato uno strumento semplice con cui limitare la ricerca del proprio account, fornendo ulteriori istruzioni su come gli utilizzatori di Instagram in Afghanistan possono proteggere i dati personali.

Inoltre, il colosso statunitense ha bannato decine di gruppi di supporto ai talebani, considerata l’attività terroristica in atto nel Paese. Twitter sta invece collaborando con l’Internet Archive per accelerare l’eliminazione dei tweet cancellati, mentre LinkedIn ha rimosso temporaneamente la possibilità di visualizzare le connessioni degli iscritti afghani.

Facebook intanto ha vietato tutti i contenuti che in qualche modo possano dare supporto agli obiettivi dei talebani, che nelle ultime ore hanno riconquistato il dominio dell’Afghanistan. Il social media di Mark Zuckerberg considera l’organizzazione integralista una componente del terrorismo internazionale e per questo ha messo al bando tutti i materiali a sostegno del movimento sulle sue piattaforme, includendo Instagram e WhatsApp.

L’azienda di Menlo Park ha dichiarato di avere a disposizione un team dedicato di moderatori di nazionalità afghana per monitorare e rimuovere post, foto, video e altri contenuti che sostengono e diffondono i messaggi pro-talebani.

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