LA RELAZIONE AGCOM

Agcom batte cassa a Poste: “Ci devono 11 milioni”

L’Autorità attende ancora gli emolumenti dovuti da quando le è stata assegnata la funzione di regolatore dei servizi postali. Per il biennio 2012-2013 stimati 5 milioni. E ammonterebbe a 6 milioni la spesa stimata per il 2014, primo anno di attività a pieno regime

Pubblicato il 15 Lug 2014

Mila Fiordalisi

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11 milioni di euro: a tanto ammonta il credito stimato accumulato da Agcom dal 2012, anno in cui l’Autorità è stata chiamata ad esercitare le funzione di regolatore postale. In dettaglio per il biennio 2012-2013 il “tesoretto” è quantificabile in circa 5 milioni, fa sapere l’Authority, a cui vanno aggiunti 6 milioni per l’anno in corso, in cui l’attività di regolazione è entrata a pieno regime.

“Mio malgrado sono costretto a rinnovare l’appello già portato all’attenzione di questa Assemblea (il Parlamento ndr) in occasione della relazione annuale dello scorso anno: continuiamo a esercitare le funzioni di regolatore postale senza la fonte di finanziamento prevista dalla legge”, ha detto il presidente di Agcom Angelo Marcello Cardani in occasione della presentazione della Relazione 2014 al Parlamento. “Un’anomalia che dopo oltre due anni diviene difficile da spiegare, ancor più alla luce di alcune recenti pronunce del giudice comunitario e nazionale”.

Cardani ha ricordato che nei primi due anni di servizio “abbiamo affinato gli strumenti regolamentari e assunto decisioni importanti nel segno dell’apertura del mercato”. “Le uove condizioni tecniche di fornitura dei servizi di posta massiva e la fissazione dei prezzi massimi dei servizi postali universali hanno introdotto nuovi obblighi di trasparenza, di prezzo e di negoziazione dell’accesso alla rete dell’operatore dominante. Un impianto rigoroso che mantiene al contempo un significativo grado di flessibilità per l’operatore dominante, nel rispetto dei principi di equità, ragionevolezza e non discriminazione”.

Per la prima volta – ha evidenziato il presidente – alla luce delle novità del quadro regolamentare europeo “si è in procinto di quantificare il costo del servizio postale universale di Poste Italiane alla luce della metodologia di calcolo del costo netto, primo step per la determinazione della compensazione eventualmente dovuta all’operatore ad oggi monopolista del servizio”. In occasione della presentazione della relaziona annuale al Parlamento, Cardani ha inoltre annunciato l’avvio di un’indagine conoscitiva mirata all’analisi della domanda del servizio postale che “insieme ad una riflessione sugli standard di qualità vigenti intende raccogliere tutti gli elementi per consentire all’Autorità di affrontare in maniera sistemica il tema del servizio universale, coniugato tra i reali bisogni dei cittadini e dei consumatori e la sostenibilità economica e finanziaria dei servizi sottoposti a nuovi modelli di offerta”.

Agcom evidenzia inoltre le “evidenti asimmetrie” tra gli operatori dei servizi postali nonché i “vuoti di tutela ancora esistenti per l’esercizio di diritti legati al servizio”. “Guardiamo con favore al progetto di privatizzazione annunciato dal Governo che potrà contribuire ad una maggiore trasparenza e spingerà verso maggiore razionalizzazione ed efficienza dei servizi”, ha concluso il presidente.

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