IL PIANO

Intelligenza artificiale, si delinea la strategia nazionale: 1 miliardo di investimenti

Al via un nuovo fondo targato Cdp Venture Capital. Golden power e autorità di vigilanza a tutela di regole e made in Italy. Al Comitato interministeriale per la trasformazione digitale il compito di definire la roadmap. Butti: “Ma serve rilanciare la collaborazione con le imprese”. Disegno di legge in 15 giorni

Pubblicato il 12 Mar 2024

intelligenza artificiale

Inizia a prendere forma la strategia italiana per l’intelligenza artificiale. In occasione dell’evento “L’Intelligenza Artificiale per l’Italia” promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale e da Agid Agenzia per l’Italia Digitale, il sottogretario all’Innovazione Alessio Butti ha delinato quelli che saranno i punti chiave del piano che vedrà la luce entro 15 giorni sottoforma di ddl e sarà finanziato con un miliardo da Cdp Venture Capital.

SCARICA QUI L’INTERVENTO DI BUTTI

I tre punti chiave della strategia

Il primo è quello dell’attribuzione alla Presidenza del Consiglio dell’alta responsabilità politica in materia di IA. Un tema, ha sottolineato Butti  “che riguarda sicurezza nazionale e interessi strategici, con le conseguenti integrazioni della normativa golden power. Il regolamento Ue non si occupa di sicurezza e difesa perché non di competenza comunitaria”.

Al Comitato Interministeriale per la Trasformazione Digitale del sarà attribuito il compito di definire la strategia nazionale. “L’attribuzione della responsabilità politica in materia di IA al Pcm si traduce nella definizione della strategia nazionale per l’IA che viene collegialmente valutata dal Citd”, ha puntualizzato.

Il terzo è l’individuazione dell’autorità competente per l’IA ai sensi del regolamento Ue. “Parliamo prevedibilmente di un’agenzia e non di un’autorità indipendente”, ha precisato il sottosegretario, spiegando che si tratterà  di un organismo con un ruolo di supporto all’attuazione della strategia nazionale, ma anche con funzioni di vigilanza e sanzioni.

Gli strumenti operativi

Per quanto riguarda invece gli strumenti operativi per attuare la strategia, il governo punta alla costituzione di una Fondazione e di fondi finanziari per l’avvio di progetti di interesse nazionale – sul piatto ci saranno 800 milioni – attraverso un sistema che consenta di promuovere ricerca e sviluppo, selezionare i progetti più innovativi e finanziare start-up e imprese ad alta tecnologia per traslare sul mercato i risultati delle ricerche.

“Il ddl conterrà altre aree di particolare attenzione e non posso non indicare quelle più cruciali e relative da un lato alla particolare attenzione alla tutela dei dati personali e dall’altra alla capacità di intercettare talenti creativi sin dall’età scolare”, ha detto Butti.

Il ruolo di Cdp Venture Capital

Cruciale il ruolo di Cdp Venture Capital, come annunciato dall’Ad e dg Agostino Scornajenchi.  “Come Cdp Venture Capital siamo onorati di accogliere la responsabilità che il governo ci affida contribuendo all’implementazione della strategia sull’AI e siamo già al lavoro per definire le modalità di attuazione delle risorse dedicate che avranno un ruolo primario nel Piano Industriale che presenteremo all’inizio di aprile – ha spiegato – Declineremo questa strategia attraverso investimenti per 1 miliardo di euro, attraverso i fondi di Cdp Venture Capital, che genereranno un effetto di attrazione sul mercato di altri 2 miliardi”.

Si lavorerà su 3 direttrici principali: il trasferimento tecnologico, per valorizzare la ricerca e le eccellenze universitarie italiane e portarle a diventare impresa, gli investimenti in fase cosiddetta early stage, aziende già esistenti che hanno bisogno di consolidarsi, e infine, investimenti orientati a creare un campione nazionale per il Large Language Model italiano, che possa assicurare supporto ai processi industriali di domani e garantire la sicurezza dei dati sensibili.

Le risorse genereranno, secondo le stime, un effetto di attrazione sul mercato di altri 2 miliardi.

La collaborazione con le imprese

Cruciale per realizzare un contesto abilitante lo sviluppo dell’IA in Italia, la collaborazione pubblico-privato. “Come governo vogliamo lavorare su un rinnovato paradigma di collaborazione tra le nostre imprese e le nostre università- ha annunciato Butti, evidenziando anche la necessità di avviare collaborazioni internazionali.

“Per eccellere nei mercati della IA servono risorse finanziarie ingenti, che come sistema Paese non abbiamo, al pari di molti altri Paesi europei – ha puntualizzato – Intanto, abbiamo libera davanti a noi la strada per sviluppare soluzioni verticali che contribuiscano a far crescere l’ecosistema nazionale applicativo di cui abbiamo bisogno e che assicuri il terreno di coltura per la crescita delle nostre aziende”.

Il riferimento è alla cooperazione con tutti i grandi player che presidiano il mercato, a patto che ci sia reciproca convenienza. Per Butti “da da questa cooperazione può nascere una crescita di competenze italiane ed una penetrazione di nuove soluzioni nel tessuto produttivo (dall’industria all’agricoltura e all’artigianato) e nelle Pubbliche Amministrazioni centrali e locali”.

Sprint al quantum computing

Butti ha sottolineato la necessità di dotarsi di una capacità di calcolo autonoma per agganciare la rivoluzione IA. “La presenza del supercomputer Leonardo a Bologna rappresenta una grande risorsa, ma non può essere l’unica e va considerato che la capacità di calcolo non può essere polverizzata nelle mani di ciascun utilizzatore – ha spiegato – Occorrerà aggregare e dotarsi di infrastrutture condivise. Sappiamo infine che queste infrastrutture pongono problemi di sostenibilità immensi in termini di consumo energetico e di risorse idriche”.

Meloni: “La persona al centro della nostra strategia”

In un videomessaggio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha focalizzato l’attenzione sulla vision che animerà la strategia italiana.

“L’intelligenza artificiale è la principale sfida che abbiamo davanti – ha ricordato Meloni – Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo soprattutto quello di ottimizzare le capacità umane e che si concentrava essenzialmente sulla sostituzione del lavoro fisico in un mondo nel quale l’uomo rimaneva comunque al centro” ma “l’intelligenza artificiale ha ribaltato questo paradigma perchè ad essere soppiantato oggi non è più il lavoro fisico ma rischia di essere l’intelletto umano, ciò che da sempre ha reso l’uomo insostituibile rispetto a una macchina”.

Per Meloni si tratta di una tecnologia che “può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni, questa è la bussola che ha orientato e che continuerà a orientare il nostro lavoro, a partire dalla presidenza del G7″ .

“Voglio ringraziare Cassa depositi e prestiti, segnatamente Cdp Venture Capital, perché grazie al loro impegno sarà possibile investire un miliardo di euro sull’intelligenza artificiale, sia creando un nuovo fondo di investimento proprio specializzato sulla intelligenza artificiale, sia utilizzando fondi di investimenti che sono gia’ attivi ma che coinvolgono questa tecnologia”, ha concluso.

Videomessaggio anche dal commissario al Mercato Interno, Thierry Breton he ha voluto evidenziare il fermento dell’Italia sul fronte digitale.  “L’industria italiana è molto attiva in tema di transizione digitale. Vogliamo incoraggiarvi a fare nuove connessioni tra l’industria e il mondo accademico” ha aggiunto Breton. “Siate sicuri che la commissione europea è dalla vostra parte”.

Il Pd: “Da governo Meloni operazione tech-washing”

Per il Pd gli annunci di oggi sono solamente un’operazione di tech-washing. “Abbiamo vissuto un dejavu. Quando presentammo l’Innovation Act, una serie di proposte per incentivare lo sviluppo tecnologico e l’intelligenza artificiale, una finta-presidente del Consiglio generata dell’IA commentava positivamente l’importanza di dare un sostegno alla nostra politica tecnologica – spiegano in una nota senatori Lorenzo Basso, vicepresidente della commissione Trasporti, e Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo Pd –  Dopo cinque mesi anche la ‘vera’ Meloni interviene proponendo regole complementari all’AI act e promettendo ancora una volta risorse”.

“In un mondo dove lo sviluppo tecnologico non è mai stato così veloce – proseguono i senatori dem – le parole della presidente del Consiglio sembrano ancora una volta un tentativo di ‘tech-washing’ ovvero parlare di tecnologia senza effettivamente portare avanti azioni concrete. Nella speranza che le risorse promesse non siano solo la somma di fondi già impegnati e impacchettati in altro modo, non possiamo che fare il tifo per ogni iniziativa che aiuti l’innovazione nel nostro Paese, ma dobbiamo notare che gli interventi sono tardivi e assolutamente non competitivi rispetto ad altre nazioni europee come la Franca e la Germania, che riescono ad attrarre anche grandi investimenti privati dall’estero: solo nell’ultimo mese abbiamo assistito agli annunci di Microsoft, che investirà 3,2 miliardi di euro per espandere le sue infrastrutture di intelligenza artificiale in Germania, e di Google, che ha scelto Parigi per inaugurare un centro di ricerca sull’intelligenza artificiale che accoglierà 300 scienziati, mentre da noi i capi delle grandi aziende tecnologiche come Elon Musk dopo la passerella a Chigi hanno solo fatto visita al Colosseo”.

Il manifesto di Anitec-Assinform

Anitec-Assiform pubblica un “manifesto” a servizio di istituzioni e imprese per consentire di sfruttare al massimo il potenziale minimizzando i rischi. Per le aziende italiane dell’Ict, è importante adottare una visione “tecno-realista”, si legge nel Manifesto di Anitec-Assinform: una posizione di equilibrio tra le due attuali polarizzazioni dei  tecno-utopisti e dei tecno-pessimisti. “Al contrario noi sosteniamo una visione tecno-realista”, afferma l’associazione: “un utilizzo consapevole e costruttivo delle tecnologie migliorerà la vita delle persone e farà progredire economia e società, come già accaduto per le tante grandi innovazioni industriali nella storia dellʼumanità”.

L’Ai non potrà mai completamente sostituire lʼuomo, ma rappresenta unʼopportunità senza precedenti di democratizzazione dellʼinformatica e inaugura una nuova epoca del rapporto tra uomo e macchina, che permetterà a sempre più persone e imprese di valorizzare i propri dati e trarre benefici dallʼinnovazione. In questo contesto, “Politiche pubbliche adeguate servono ad accompagnare le persone nelle transizioni, valorizzando la collaborazione pubblico-privato per assicurare lo sviluppo e lʼadozione di tecnologie innovative che aumentino potenzialità e capacità delle persone”.

Che cosa può fare l’Italia per crescere con l’Ai

L’Ai deve entrare nell’ecosistema della formazione, scrive Anitec-Assinform: “Parliamo di una tecnologia trasversale e non basterà solo formare gli specialisti: serve creare competenze Ai di base per tutti e favorire un utilizzo responsabile dell’Ai”. Inoltre, “Creare nuovi piani per il trasferimento tecnologico e mettere al servizio dell’industria la qualità della ricerca dev’essere prioritario”. E ancora: “L’infrastruttura per il computing è fondamentale. In Italia esistono già casi di eccellenza sul supercalcolo che possono fare da modello per ulteriori esperienze. Prioritario sarà assicurare l’accesso delle aziende alle risorse di calcolo”.

Le proposte per il mondo della politica sono di creare programmi di sperimentazione controllati e istituire sandbox regolamentari e di disegnare un’adeguata politica industriale sulle tecnologie emergenti che preveda misure efficaci cucite su misura per le piccole e medie imprese, a partire dal potenziamento di strumenti come i Digital innovation hub.

Occorre, inoltre, evitare di imporre un contesto normativo più stringente di quanto definito a livello sovra-nazionale, perché “regole nazionali troppo limitanti creerebbero svantaggi competitivi per chi opera nel nostro Paese”.

Infine, “Istituzionalizzare i piani strategici nazionali sull’Ai, monitorandone l’attuazione e disponendone l’aggiornamento periodico. La politica per l’Ai non dev’essere fatta da interventi “spot” ma bisogna perseguire una visione di investimento permanente”.

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