LO STUDIO

Alcatel-Lucent misura quanto pesano le app

Oltre al traffico utile occorre considerare anche quello di servizio. Il presidente e Ad della multinazionale Roberto Loiola: “Gli operatori cercano un equilibrio tra qualità della rete e necessità di investimenti. Noi offriamo i dati per elaborare le strategie migliori”

Pubblicato il 18 Lug 2014

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Alcatel-Lucent ha pubblicato il primo studio al mondo che analizza il comportamento degli utenti e il carico sulle reti mobili, grazie ai propri strumenti per la misurazione e il monitoraggio statistico del traffico in rete, in particolare il Wireless Network Guardian, o Wng, un prodotto di “Network Analytics” che integra funzionalità di analisi di prestazioni della rete, qualità d’esperienza sul fronte utente e altri tool di analisi.

“Delle trentanove applicazioni considerate nello studio – si legge nella nota di Alcatel-Lucent – dodici si qualificano come le più esigenti complessivamente, quindi con il più alto volume di traffico utile e insieme quello di segnalazione di servizio, influenzate anche dal numero di utilizzatori. Le applicazioni che ‘pesano’ maggiormente sono Google Search e Facebook, utilizzate rispettivamente da più di due utenti su tre e da più di uno su due nel campione internazionale considerato, che ha il suo peso maggiore in Nord America e in Asia, ovvero le aree con la maggior concentrazione di traffico mobile. Seguono WhatsApp, Facebook Messenger, YouTube e una serie di social networks e servizi di posta elettronica, come Twitter, Hotmail, Gmail e Yahoo Mail”.

“Contrariamente a quanto ci si poteva forse attendere – proseguono dal Alcatel-Lucent – alcuni servizi molto ‘data intensive’, come quelli video e dati / immagini di Netflix e Dropbox non appaiono ai primi posti, a causa del loro uso saltuario, del numerio significativo ma ancora limitato di utenti, o a causa della ottimizzazione compiuta sul traffico di servizio. In diversi casi applicazioni sono state riscritte proprio per ridurre la ‘tara’ rispetto ai ‘dati utili’, con vantaggi per tutti i soggetti della filiera”.

“In questo momento si stanno confrontando due esigenze diverse e spesso contrastanti: l’aumento di prestazioni delle reti mobili, ormai paragonabili a quelli delle reti fisse, che spinge la crescita delle applicazioni, e la necessità per gli operatori di trovare un equilibrio tra investimenti e ritorno economico. Conoscere quel che effettivamente succede sulle reti è fondamentale, anche al fine di elaborare strategie alternative – osserva Roberto Loiola, presidente e amministratore delegato di Alcatel-Lucent – Mentre in tutto il mondo si accende il dibattito su temi, come quello della neutralità della rete, che riflettono comunque il concetto che la rete è una risorsa non illimitata, il settore va verso una ottimizzazione delle infrastrutture, secondo il concetto di Hetnet, cioè delle reti eterogenee, che sono alla base anche degli sviluppi attesi nei prossimi anni con il 5G, ma già oggi puntano su un mix di reti macro, metro, small. Strumenti come quelli messi a disposizione da Alcatel-Lucent – conclude Loiola – offrono oggi un contributo per ottimizzare i dispositivi, i loro sistemi operativi, le applicazioni e aiutare gli operatori a far fronte alla crescita inarrestabile dei dati in un quadro di sostenibilità economica e di qualità del servizio”.

Lo studio di Alcatel-Lucent si è focalizzato sul fatto che le applicazioni mobili comprendono non solo il cosiddetto “traffico utile” (il cosiddetto “payload”), ma anche quello accessorio o di “segnalazione”, che serve soprattutto per aprire e chiudere una sessione e quindi “risvegliare” lo smartphone, il tablet o il modem wireless dal suo stato di standby. “Può in tal modo succedere – spiegano dall’azienda – che anche applicazioni che apparentemente consumano meno risorse di rete nonché di energia, in realtà sono più impegnative di altre applicazioni, come la trasmissione di file o un breve video, normalmente considerate assai più dispendiose”.

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