IL PROGETTO

Allarme foto sui social: “Anche le macchine fotografiche hanno le impronte digitali”

Più di 350 milioni di scatti condivisi e ri-postati su Facebook & Co. ogni giorno, spesso senza consenso. Un motore di ricerca sviluppato dal Politecnico di Torino sarà in grado di risalire all’autore e permetterà di verificare possibili utilizzi fraudolenti

Pubblicato il 18 Mar 2016

Andrea Frollà

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Ogni giorno più di 350 milioni di foto vengono condivise dagli utenti di Facebook, a cui bisogna aggiungere gli scatti postati su Flickr, Instagram, Google+, Tumblr o Pinterest. Tutti questi social però difficilmente riescono a verificare l’utilizzo corretto di tutte le foto condivise in rete. Non è una rarità che un utenti ri-posti una foto altrui senza averne il consenso, magari sfruttandola a fini commerciali e mettendo online scatti fotografici eticamente discutibili o addirittura illegali. Per sopperire alla mancanza di strumenti per contrastare questi fenomeni un team di ricercatori del Politecnico di Torino, guidati dal professor Enrico Magli, ha sviluppato una tecnologia che potrebbe rivelarsi particolarmente utile.

Attualmente, pochi lo sanno, le moderne macchine fotografiche hanno una loro particolare impronta digitale, che viene impressa in ogni foto scattata dalla macchina, e che è unica per ogni dispositivo. Il progetto di ricerca “ToothPic – A large-scale camera identification system based on compressed fingerprints” ha lo scopo di dimostrare che tale impronta possa essere utilizzata per gestire efficacemente l’enorme quantità di foto presenti su Internet. Il progetto riceverà dall’Unione Europea 150 mila euro di finanziamento nell’ambito del bando ERC – Proof of Concept, riservato a progetti di eccellenza scientifica per applicazioni commerciali e sociali.

Obiettivo: realizzare un motore di ricerca che, data una macchina fotografica o una foto da essa scattata, è in grado di rintracciare online tutte le foto scattate proprio da quella macchina. Una sfida ambiziosa che si poggia sulla tecnica innovativa per la compressione di tali impronte digitali, precedentemente sviluppata dai ricercatori del Politecnico di Torino nell’ambito di un progetto ERC Starting Grant, che rende possibile la ricerca in tempo reale tra miliardi di possibili foto.

Un simile strumento permetterebbe di controllare la distribuzione non autorizzata delle proprie foto e rintracciare l’autore di contenuti illegali, aumentando di conseguenza la percezione da parte del pubblico in termini di sicurezza dei social network. Il motore di ricerca verrà testato e validato su un database di impronte digitali ottenute scaricando fotografie da Flickr.

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