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Amazon e Apple: evasione fiscale, Bruxelles alza il tiro

Doppio giro di vite per le due big tech. L’Antitrust colpisce il campione dell’e-commerce con una sanzione da 250 milioni di euro, mentre sul caso Apple la Commissione Ue porta l’Irlanda dritta alla Corte di Giustizia: Dublino è nel mirino per non aver riscosso dalla società guidata da Tim Cook i 13 miliardi di tasse non pagate. Vestager: “Più sforzo dagli Stati per ristabilire la concorrenza”

Pubblicato il 04 Ott 2017

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Evasione fiscale delle big tech, ora Bruxelles batte il pugno sul tavolo. Per Amazon stangata da 250 milioni. Per Apple, che deve restituire 13 miliardi in tasse non pagate, deferimento alla Corte di Giustizia europea dell’Irlanda che finora non ha fatto ì (come dovrebbe) l'”esattore”. E’ un giro di vite senza precedenti quello che sta effettuando l’Europa sulle grandi aziende d’Oltreoceano, nel mirino per un sistema fiscale troppo “disinvolto”. Vediamo nel dettaglio.

Amazon: multa da 250 milioni di euro decisa dall’autorità Antitrust europea a conclusione della propria indagine, partita a ottobre 2014, sull’accordo fiscale di tax ruling che il colosso dell’e-commerce aveva stretto nel 2013 con il governo lussemburghese. Secondo l’analisi dell’Antitrust Ue il Lussemburgo ha dato ad Amazon “vantaggi fiscali non dovuti per 250 milioni di euro”, che ora il granducato è chiamato a recuperare dell’azienda. La condotta sarebbe illegale, secondo le conclusioni dell’authority, “perché ha consentito ad Amazon di pagare molte meno tasse di altre aziende”. Traducendo queste cifre in modo più comprensibile, l’Antitrust sottolinea che con il tax ruling non dovuto stipulato con il Lussemburgo la società ha ottenuto che “tre quarti dei suoi profitti non sono stati tassati”.

“Il Lussemburgo ha concesso ad Amazon vantaggi fiscali illegali, con il risultato che quasi tre quarti degli utili della società non sono stati tassati – afferma Margrethe Vestager, commissaria responsabile della Concorrenza – In altre parole, è stato concesso ad Amazon di pagare quattro volte meno imposte rispetto ad altre imprese locali soggette alle stesse regole. Ciò è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. Gli Stati membri non possono concedere a multinazionali vantaggi fiscali selettivi che non concedono ad altre imprese”.

Apple-Irlanda. L’Irlanda non ha adempiuto agli obblighi comminati dall’Antitrust Ue che la impegnava da agosto 2016 a recuperare da Apple 13 miliardi di euro di tasse non pagate a causa di “aiuti di Stato illegali”. Scaduto il termine per la riscossione il 3 gennaio 2017, oggi la Commissione europea ha formalmente deferito l’Irlanda alla Corte di Giustizia europea.

“L’Irlanda deve recuperare 13 miliardi di euro di aiuti illegali da Apple – afferma Margrethe Vestager, commissario europeo alla concorrenza – Ma dopo oltre un anno non sono stati recuperati, nemmeno in parte. Capiamo che in alcuni casi il recupero può essere più complesso, e siamo pronti ad aiutare. Ma gli Stati devono fare progressi sufficienti per ristabilire la concorrenza. Perciò oggi abbiamo deciso di deferire l’Irlanda alla Corte”.

“Anche se l’Irlanda ha fatto progressi nel calcolo della somma esatta dell’aiuto da concesso ad Apple – si legge in una nota della Commissione Ue – ha pianificato di concludere il lavoro soltanto entro marzo 2018″.

Dublino aveva fatto appello alla Corte di Giustizia contro la decisione della Commissione, ma tale iniziativa “non sospende l’obbligo per lo Stato di recuperare l’aiuto”. Tra le soluzioni possibili quella che l’Irlanda metta la somma recuperata in un conto bloccato in attesa del giudizio finale della Corte, spiega Bruxelles.

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