BORSA

Apple frantuma un nuovo record: è la prima società con capitalizzazione da 3mila miliardi

Ad appena 16 mesi dallo sfondamento della soglia dei 2mila miliardi, grazie alle ultime performance a Wall Street Cupertino mette a segno un altro primato. Ma per gli analisti sarà difficile fare ancora meglio

Pubblicato il 04 Gen 2022

Domenico Aliperto

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Apple è la prima società al mondo a superare i 3 mila miliardi di capitalizzazione di Borsa. Per bissare il record precedente, quando è stato raggiunto il valore di 2 mila miliardi di dollari, Cupertino ha impiegato solo 16 mesi. A Wall Street il gruppo ha aperto in rialzo, e attualmente guadagna il 2,47% a 181,9 dollari per azione, dopo aver toccato il record di 182,88 dollari a metà seduta e aver per l’appunto nuovamente infranto il primato.

Secondo gli analisti, la continua crescita è ascrivibile al successo di una gamma prodotti e servizi che sembra non conoscere battute d’arresto. Gli esperti prevedono che la domanda di iPhone rimarrà forte nel 2022, poiché Apple guida il mercato cinese degli smartphone e sempre più consumatori si abbonano ai suoi servizi. Hal Eddins, capo economista dell’azionista di Apple Capital Investment Counsel, ha affermato che la società è stata uno “stock di sicurezza” durante la pandemia. Apple “sembra essere vaccinata contro tutto ciò che Omicron può rappresentare”, ha aggiunto Eddins parlando con Reuters, precisando che “dovrebbero presentarsi diversi eventi sfavorevoli imprevisti per scuotere la barca”. Altri analisti ritengono che Apple abbia molto spazio per crescere nei prossimi anni, specialmente in nuovi ambiti, come quello dell’auto a guida autonoma.

Un altro dei fattori principali della valutazione record di Apple è l’obiettivo che si è prefissato nel 2018: diventare neutrale in termini di liquidità. Questo target, per il quale Apple non ha mai specificato una scadenza, è stato difficile da raggiungere perché, semplicemente, il gruppo continua a fare soldi. Apple ha generato 104 miliardi di dollari in contanti dalle operazioni nell’anno fiscale 2021 e ha restituito 106,5 miliardi agli azionisti. Ma la sua liquidità netta è rimasta a 66 miliardi alla fine dell’anno fiscale. Con le grandi acquisizioni in gran parte fuori discussione sotto gli attuali regolatori antitrust statunitensi, Apple ha avuto poche opzioni se non quella di restituire denaro agli azionisti, ha spiegato Tom Plumb, fondatore di Wisconsin Capital Management e azionista della società. “Stanno scontando il fatto che hanno 100 miliardi di flusso di cassa all’anno”, ha detto Plumb. “Non puoi scommettere contro un’azienda che ha questo tipo di flusso di cassa”.

La strategia basata sull’ecosistema

Nell’ultimo anno fiscale terminato il 25 settembre, d’altra parte, Apple ha registrato un aumento del fatturato del 33% a 365,8 miliardi di dollari grazie alla forte domanda di iPhone 5G, una performance che ha compensato i risultati del 2019, anno in cui le vendite erano diminuite. Gli investitori più critici, che denunciavano la dipendenza eccessiva del gruppo dall’iPhone, sono stati smentiti dal fatto che lo smartphone è di fatto diventato il centro di un ecosistema in continua espansione con nuovi prodotti e servizi a pagamento. “Apple è stata ed è tuttora un’incredibile storia di successo, ancorata a prodotti indispensabili e a un portafoglio di servizi in crescita. Non credo che l’attuale prezzo elevato rappresenti un segnale di vendita per investitori focalizzati sul lungo termine”, ha affermato Trip Miller, managing partner di Gullane Capital Partners.

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Il titolo del gruppo guidato da Tim Cook viene scambiato a circa 30 volte i profitti previsti a 12 mesi, in leggero calo rispetto a un multiplo di 32 di inizio 2021, ma ancora ai massimi mai visti dal 2008.

Il rovescio della medaglia

Secondo gli osservatori, tuttavia, c’è anche un aspetto negativo: Apple sta raggiungendo i limiti di quanto può far crescere la sua base di utenti e quanti soldi può generare da ciascun utente, senza alcuna garanzia che le future categorie di prodotti si dimostreranno redditizie quanto l’iPhone. In una nota di dicembre agli investitori, l’analista di Bernstein Toni Sacconaghi ha avvertito che le prospettive di Apple nella categoria della realtà aumentata e virtuale sono brillanti, ma probabilmente rappresenteranno solo il 4% delle sue entrate entro il 2030. Sacconaghi ha anche osservato che non c’è “alcun evidente catalizzatore per l’espansione multipla” nel titolo Apple “data una crescita prevista più lenta” nel prossimo anno fiscale.

Un’altra preoccupazione è l’incertezza sulla capacità di Apple di mantenere gli stessi profitti per i servizi a pagamento sul suo hardware futuro. Il suo modello di business App Store, che si basa sulle commissioni per gli acquisti in-app di beni digitali, è stato preso di mira dalla legislazione proposta negli Stati Uniti e in Europa.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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