OCCUPAZIONE

Apple: “Ma quale elusione, in Europa creati 630mila nuovi posti di lavoro”

L’azienda rilascia i dati sull’occupazione creata dall’app economy e si difende dalle accuse dell’Europa che tenta di rivedere i regimi fiscali delle multinazionali dell’hi-tech. In Italia 1.300 dipendenti

Pubblicato il 07 Ago 2014

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Apple tira le somme e ricorda che “in Europa sono stati creati 629mila posti di lavoro” grazie alla crescente industria delle app creata dal nulla con il lancio dell’App Store e una rivoluzione chiamata iPhone “dal 2008 è stata generata occupazione per quasi mezzo milione di persone” scrive l’azienda di Cupertino riportando i dati di Vision Mobile. Oltre ai 500mila posti di lavoro, Apple ricorda che le relative attività in Europa hanno generato 129mila posti. Queste includono lavori nei retail store del gruppo, uffici e rivenditori. La compagnia ha inoltre pagato 6,5 miliardi di dollati agli sviluppatori europei, circa il 30% dei 20 miliardi pagati agli sviluppatori di tutto il mondo.

E’ un messaggio chiaro lanciato dall’azienda guidata da Tim Cook in tempi di giro di vite europeo sui regime di tassazione delle multinazionali dell’hi-tech. “Con più di 1,2 milioni di app e oltre 75 miliardi di download, l’App Store ha creato da zero una nuova industria”, si legge nella nota di Apple. Gli addetti che operano in questo nuovo settore, sono in totale 497mila.

Da Cupertino hanno svelato anche i dati sui suoi dipendenti, che sono oltre 16mila in tutta Europa. L’azienda diretta da Tim Cook è presente in 19 nazioni del continente e l’Italia si trova al quinto posto con 1.300 dipendenti. Il nostro Paese è superato da Regno Unito (5.000), Irlanda (4.000), Francia (1.800) e Germania (1.600).

La maggioranza dei lavoratori da App Store sono gli oltre 280 mila sviluppatori europei iscritti all’iOs developer program. L’Italia è la quarta nazione europea per numero di addetti, con 20.900 sviluppatori iscritti. Ci precedono sempre Regno Unito (61 mila), la Germania (52 mila) e la Francia (30 mila).

La pubblicazione dei dati sulla creazione di posti di lavoro lancia in qualche modo un messaggio all’Europa, che da tempo sta cercando una modalità di tassazione delle multinazionali. Nel mirino naturalmente non c’è solo Apple. La Commissione europea, a giugno, ha aperto un’indagine per esaminare se le decisioni prese dalle autorità fiscali di Olanda, Lussemburgo e Irlanda in materia di tassazione dell’attività di diverse multinazionali, tra cui Apple, Starbucks e Fiat. Per verificare se siano compatibili con le norme Ue sugli aiuti di Stato.

Secondo un’indagine del fisco italiano, nel 2013 le due controllate di Cupertino nel nostro Paese – 37 miliardi di dollari di profitti globali e quasi 38 miliardi di revenues nella sola Europa – hanno versato poco meno di 8 milioni di euro di tasse allo Stato italiano. Su questa vicenda indaga la procura di Milano.

Apple ma anche Google, Amazon, eBay, Microsoft e le altre, si sono sempre difese dalle accuse di elusione fiscale. In particolare Tim Cook, a capo della Mela, aveva dichiarato di fronte al Congresso americano che Apple versa ogni centesimo che deve al Fisco e che la sua azienda non usa il sistema di trasferimento offshore dei proventi della proprietà intellettuale.

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