MERCATO

Assintel: spesa Ict in ripresa, Lombardia e Lazio in pole position. Ma è allarme competenze

Gli investimenti stimati per il 2019 ammontano a 30,5 miliardi di euro. E saliranno a 31,5 miliardi nel 2021. Ma mancano esperti cloud, IoT, security, social e analytics. E non tutte le imprese hanno chiara la valenza strategica della trasformazione digitale e lo spostamento dell’asse del valore

Pubblicato il 13 Mar 2019

Patrizia Licata

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La spesa Ict delle aziende italiane arriverà quest’anno a 30,5 miliardi di euro; il Nord Italia coprirà il 56% del mercato, ma a livello regionale sarà il Lazio a spendere più di tutti (oltre il 20% del totale), seguito dalla Lombardia. E’ quanto emerge dai nuovi approfondimenti della versione XL dell’Assintel Report, la ricerca sul mercato Ict e digitale in Italia, realizzato da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese Ict e digitali, con Cfmt – Centro di formazione management del terziario – insieme alla società di ricerca indipendente Idc Italia

Il progetto, patrocinato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e con la partnership di Confcommercio e Smau, e realizzato con il contributo di Adfor, Etna Hitech, Intel, Kaspersky Lab e Noovle, evidenzia ancora che le micro imprese stanno investendo soprattutto in security e applicazioni mobile, mentre le piccole e medie aziende spendono principalmente in applicazioni di core business. Un’azienda su tre dichiara come principale ostacolo alla trasformazione digitale la mancanza di competenze o di cultura aziendale adeguata.

Il mercato Ict prosegue la sua rapida trasformazione nella direzione intrapresa, si legge nel report, “accentuando il rallentamento delle tecnologie tradizionali da un lato e l’effetto trascinamento dei nuovi paradigmi dall’altro, in primis i cosiddetti acceleratori dell’innovazione. In questo quadro agiscono molteplici forze, tra cui resistenze di carattere macroeconomico che limitano le capacità espressive e di innovazione della domanda interna”. Ne deriva un effetto positivo, ma cauto, sulle previsioni 2018: il mercato totale Ict vale 30 miliardi di euro ed è in crescita del 0,7% sul 2017, con la spesa It più dinamica (+1,6%, per un valore di 22,8 miliardi di euro) e i servizi di telecomunicazione in contrazione (-2,2%, valore di 7,2 miliardi di euro). Le prospettive per il 2019 sono più promettenti, con un’accelerazione trainata dalla spesa It (+2,3%, 23,3 miliardi di euro) e una flessione più lieve per i servizi Tlc (-0,6%) per un totale di 30,5 miliardi di euro (+1,6%). Per il 2021 è stimata una spesa complessiva di 31,5 miliardi.

Ora, osserva il report, occorre riflettere sullo “spostamento dell’asse del valore”. A contare non sono solo l’incessante innovazione tecnologica e digitale, la competitività dell’offerta e la vivacità dell’ecosistema e delle sue startup: “a dover essere compreso è il livello di strategicità pienamente raggiunto dagli investimenti Ict”, perché sarà il fattore discriminante. Da questo punto di vista, l’analisi Assintel consegna un dato su cui riflettere: “il rapporto tra spesa per l’innovazione e risorse per il mantenimento può senz’altro migliorare”.

La classifica di spesa delle Regioni per il 2019 vede al primo posto il Lazio con quasi 6 miliardi e mezzo di euro, oltre il 20% di spesa Ict sul totale nazionale, seguito a stretto giro dalla Lombardia con 6 miliardi. Al terzo posto il Piemonte (4 miliardi), seguito dall’Emilia Romagna (3 miliardi) e dal Veneto (2,5 miliardi di euro).
A livello di macro regioni, la classifica è guidata dal Nord Ovest (35%), al secondo posto il Centro (27%), al terzo posto il Nord Est (21%), chiude il Sud & Isole (17%).

La classifica cambia se dalla spesa Ict si passa al percorso di trasformazione digitale che stanno – o non stanno – compiendo le aziende della domanda. Sul podio le aziende del Nord Est (il 38% ha raggiunto almeno al 50% i propri obiettivi di trasformazione digitale), seguito dal Nord Ovest (32%), dal Centro (30%) e infine dal Sud & Isole (16%). Rilevante il dato secondo cui il 40% delle imprese del Nord Ovest non ha ancora considerato o definito la propria strategia digitale, a testimonianza di una situazione altamente diversificata e frammentata.

Rilevante anche il gap di competenze digitali denunciato dalle aziende impegnate nella trasformazione digitale: difficile reperire risorse adeguate sul mercato del lavoro. Le principali aree in cui si concentrano le richieste sono: social network (53%), IoT (34%) e cloud (24%) nel Nord-ovest; cloud (44%), social network (42%) e IoT (35%) nel Nord-est; social network (45%), cloud (31%) e security (29%) in centro Italia;  social network (43%), IoT (37%), data science & analytics (22%) nel Sud e isole.

A ottobre Assintel ha presentato un paper delineando la sua strategia per spingere la digitalizzazione dell’Italia. Le proposte vanno dalla necessità di un ministro ad hoc al potenziamento dell’Agid, da piani per la formazione di nuove skill all’eliminazione del meccanismo del ribasso nelle gare, dagli incentivi all’innovazione per pmi e startup all’evoluzione delle società in-house.

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