SPECIALE MWC

Atooma, italiana la migliore app del mondo

Un “kit” fai-da-te per mini-applicazioni alla base della start-up romana che si aggiudica la medaglia d’oro al Mobile World Congress di Barcellona (era già stata premiata al TechCrunch Italy)

Pubblicato il 26 Feb 2013

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L’app per smartphone premiata come “migliore al mondo” è italiana ed è nata dalla start-up Atooma.

L’idea imprenditoriale per creare mini-apps per smartphone anche senza conoscere i linguaggi di programmazione ha vinto il Mobile Premiere Awards che si è tenuto nell’ambito del Mobile World Congress di Barcellona, dopo una selezione che ha coinvolto oltre 1.400 concorrenti.

Atooma è nata a Roma da un’idea di Gioia Pistola, Francesca Romano, Andrea Meriggioli e Fabrizio Cialdea, che hanno tutti meno di 30 anni.

“È un’applicazione Android che permette di personalizzare le funzioni del proprio cellulare” ha spiegato Gioia Pistola. “Con Atooma si possono creare tante ‘azioni’ o mini-app che svolgono determinate funzioni e senza che sia necessario conoscere o lavorare su alcun codice di programmazione”.

Utilizzando il programma, ad oggi scaricato da 70.000 persone, si può istruire il cellulare affinché esegua tutta una serie di compiti tra i più vari: mandare da solo un sms ogni volta che si sta per arrivare a casa, attivare il vivavoce quando si è in macchina, eliminare la suoneria se si è al lavoro e molte altre operazioni ancora, anche assai più complesse e articolate, che possono includere app come Facebook, Dropbox o i servizi di Google, oltre alle funzioni di localizzazione del telefonino.

All’origine della start-up c’è la tesi di laurea di Francesca Romano, oggi Ceo di Atooma. La squadra di lavoro si è conosciuta nel 2011 all’Innovation Lab, evento dedicato a chi vuole mettere in piedi una startup. Il lavoro dei quattro è stato ripagato con un finanziamento seed, il programma di incubazione della romana EnLabs e il successivo programma di accelerazione del fondo Mind The Seed.

A settembre scorso Atooma aveva vinto il TechCrunch Italy. Il progetto era stato premiato dallo studio legale Portolano Cavallo con un bonus di 20.000 euro in assistenza legale gratuita e due ticket per partecipare al prossimo TechCrunch Disrupt di San Francisco.

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