STRATEGIE

Banda ultralarga e 5G abilitatori del metaverso industriale

È quanto emerge da uno studio Nokia-EY su automotive, manifatturiero, trasporti-logistica e utilities. Fra le altre tecnologie chiave il cloud e l’intelligenza artificiale. L’80% di chi ha già sviluppato use case stima un impatto significativo sul modo di fare business. L’Ad di Nokia Stefano Grieco a Telco per l’Italia il 15 giugno

Pubblicato il 12 Giu 2023

metaverso

Anche sul metaverso, chi parte prima sarà avvantaggiato: gli early adopters industriali della nuova tecnologia di realtà virtuale potranno registrare una riduzione del 15% de Capex, un incremento del 10% della sostenibilità e un miglioramento del 9% della sicurezza rispetto alle aziende che ancora si trovano nella fase di pianificazione. Quasi tutti (94%) coloro che devono ancora iniziare il loro viaggio nel metaverso pianificano di farlo nei prossimi due anni. È quanto afferma uno studio di Nokia ed Ey.

Esaminando lo stato attuale del mondo aziendale e del metaverso industriale, lo studio “The metaverse at work”, che ha intervistato 860 leader aziendali in sei paesi, mostra che il metaverso industriale riuscirà con ogni probabilità a soddisfare se non a superare le aspettative.

Metaverso, valore aziendale reale

Le aziende sono già convinte che il metaverso abbia potenzialità di business: solo per il 2% è una “moda” o un fenomeno “mediatico”. Tutte le altre affermano che il metaverso industriale sta creando un valore aziendale sostanziale. Il 58% delle aziende con piani futuri legati al metaverso ha già implementato o sperimentato almeno un caso d’uso relativo al metaverso.

In media, l’80% di coloro che hanno già implementato casi d’uso del metaverso ritiene che tali casi d’uso avranno un impatto significativo o trasformativo sull’attività aziendale. Quasi tutti gli intervistati (96%) osservano come, mescolando casi d’uso fisici e virtuali, il metaverso offra funzionalità innovative aggiuntive che consentiranno loro di accelerare l’implementazione, l’adozione e la monetizzazione dell’Industria 4.0 per la loro azienda.

Più strumenti per formazione e R&D

In termini geografici, gli Stati Uniti (65%), il Regno Unito (64%) e il Brasile (63%) sono attualmente all’avanguardia quando si tratta di aver implementato o testato almeno un caso d’uso del metaverso industriale o aziendale. La media in Germania è del 53% mentre l’Asia Pacifico è meno avanzata (Giappone, 49%; Corea del Sud, 49%).

Quanto ai casi d’uso che le aziende si aspettano avranno il maggior valore trasformativo, gli intervistati hanno individuato il potenziale più elevato nell’uso della realtà estesa per la formazione dei nuovi assunti e l’upskilling o aggiornamento delle competenze dei dipendenti, mentre tre dei quattro settori intervistati hanno indicato l’uso della ricerca e sviluppo virtuale come applicazione dal maggior potenziale per il miglioramento della progettazione di prodotto e dei processi.

Metaverso, la “nuova” Industria 4.0

Quanto alle tecnologie a supporto dei casi d’uso del metaverso, le aziende citano la necessità di un’infrastruttura adeguata e solide capacità analitiche. Gli intervistati hanno attribuito la massima importanza ai principali fattori abilitanti tecnici che sono fondamentali per l’implementazione concreta, ovvero cloud computing (72%), Ai/Ml (70%) e connettività di rete (68-70%). Data la necessità di ulteriori competenze tecniche interne, in questa fase le aziende si affidano a una serie di partner per colmare le lacune in termini di capacità e implementazione dei casi d’uso.

Vincent Douin, Executive director, Business consulting and business transformation, Ernst & Young, ha dichiarato: “I metaversi industriali e aziendali sono realtà, questo studio mostra il chiaro interesse per queste tecnologie come la extended reality e i gemelli digitali per raggiungere gli obiettivi aziendali. Stiamo già vedendo molte organizzazioni che vanno oltre le fasi di pianificazione e riconoscono benefici tangibili dalle loro implementazioni iniziali”.

Thierry E. Klein, Presidente di Bell Labs solutions research, Nokia, ha affermato: “È bello constatare che le aziende credono chiaramente nella potenza del metaverso per la creazione di valore aziendale in casi d’uso sia aziendali che industriali. Questo è fortemente in linea con la nostra visione, frutto di oltre 8 anni di ricerca presso i Nokia Bell Labs, secondo cui il metaverso industriale è un’estensione dell’Industria 4.0. Di conseguenza, coloro che hanno già implementato reti di comunicazione mission-critical per l’Industria 4.0 possono ora vedere quei benefici del metaverso che alcune aziende stanno già ottenendo”.

L’Ad di Nokia Italia, Stefano Grieco a Telco per l’Italia

L’Ad di Nokia Italia Stefano Greco sarà ospite il 15 giugno a Roma a Telco per l’Italia, dove il valore centrale delle reti per le applicazioni enterprise e industriali sarà uno dei temi al centro del dibattito (PER PARTECIPARE CLICCA QUI).

I dati del Politecnico di Milano

Il 90% degli italiani tra i 16 e i 50 anni conosce il metaverso e le sue tecnologie, più di quanto non accada per l’intelligenza artificiale, e già oltre 2 milioni di persone hanno provato la realtà immersiva nel nostro Paese. È quanto emerge dai risultati di un’indagine demoscopica condotta dal Metaverse Marketing Lab della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Izi Metodi, Analisi e Valutazioni Economiche, sul livello di conoscenza e utilizzo delle tecnologie di realtà immersiva (AR, VR, XR, Metaverso).

L’indagine ha studiato la popolazione italiana tra i 16 e i 50 anni (circa 25 milioni di individui) con un campione di 1.000 casi. I risultati evidenziano che l’88,9% degli italiani in questa fascia d’età hanno sentito parlare delle tecnologie di realtà immersiva, un dato significativo rapportato alla percentuale di chi ha sentito parlare di blockchain (51,2%) e di intelligenza artificiale (62,7%). Se a livello di notorietà il metaverso primeggia dunque insieme alle cryptovalute (94,5%), a livello di utilizzo il 9,7% di chi conosce il metaverso dichiara di aver già usato tecnologie di web 3D, cosa che permette di stimare in almeno 2,1 milioni gli italiani che hanno già provato la realtà aumentata, estesa o virtuale almeno una volta. Considerando poi che quasi la metà della popolazione italiana ha 50 anni o più e che molte applicazioni di web 3D si rivolgono a un target anche più giovane di quello dei sedicenni, appare ragionevole stimare in almeno 2,5 milioni gli sperimentatori.

Sul fronte delle funzionalità, il 36% di costoro ha utilizzato videogiochi in ambienti 3D come Fortnite o Roblox, il 34% applicazioni di realtà aumentata per smartphone, il 33% un visore di realtà virtuale e circa il 10% piattaforme di mondi virtuali (come Decentraland e The Sandbox). Se la base di chi ha provato o usa saltuariamente queste tecnologie è piuttosto ampia, il bacino degli utilizzatori su base quotidiana o quasi è più limitata, a testimonianza del fatto che il cosiddetto metaverso è attualmente una costante nella vita di una popolazione di addetti ai lavori o di aficionados dei videogiochi 3D (il 21% del totale degli utilizzatori di questa tecnologia).

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