SEMICONDUTTORI

Chip, alleanza strategica Samsung-Arm? Il dossier Softbank

Il ceo Masayoshi Son a Seoul per discutere delle possibili sinergie con il colosso coreano. Sul tavolo anche l’ipotesi di un consorzio dei semiconduttori in chiave “neutrale”

Pubblicato il 22 Set 2022

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Il nuovo piano di SoftBank per la sua controllata dei chip Arm è un’alleanza con Samsung Electronics: lo ha indicato lo stesso fondatore e ceo del colosso giapponese, Masayoshi Son, che si appresta a un viaggio a Seoul, il primo da tre anni. Son ha affermato che intende discutere con Samsung di una possibile “alleanza strategica” fra il gigante coreano dell’elettronica e il chip designer Arm.

La dichiarazione del patron di SoftBank è arrivata in risposta al vice presidente di Samsung, Jay Y. Lee, che ha affermato che, nella sua visita Seoul programmata a ottobre, Son “potrebbe fare una proposta”, pur senza fornire ulteriori dettagli.

Per Son si tratta dell’ennesima mossa per monetizzare Arm, dopo il fallito tentativo di vendere l’azienda dei chip alla rivale Nvidia (per i tanti veti antitrust) e il rinvio della quotazione in Borsa di Arm per l’attuale volatilità estrema dei mercati. Son ha urgenza di portare denaro in cassa: SoftBank ha registrato nel secondo trimestre perdite record a causa delle prestazioni negative di molte delle imprese finanziate dal suo Investment Fund.

Masayoshi Son e il consorzio dei chip

C’è un ulteriore elemento nel contesto in cui si muove SoftBank. Data la valenza strategica dei semiconduttori, molti player dell’industria vorrebbero la formazione di un consorzio che investa in Arm e ne assicuri la neutralità.

“Deve esserci qualcuno nel mezzo a fare da mediatore e mettere insieme diverse aziende in un consorzio industriale e Son potrebbe voler giocare questo ruolo“, afferma Lee Min-hee, analista di Bnk Investment & Securities sentito da Bloomberg.

Secondo l’esperto una possibile proposta che il magnate giapponese potrebbe avanzare è che le aziende che sono interessate a comprare quote di Arm entrino in un collocamento pre-Ipo a prezzi più bassi di quelli che saranno fissati per l’Ipo l’anno prossimo.

SoftBank ha acquisito Arm nel 2016 per 32 miliardi di dollari. Ad agosto ha ridotto la sua partecipazione in Alibaba ricavando 34 miliardi di dollari per sostenere il flusso di cassa.

I chipmaker a caccia di alleanze

Da parte di Samsung l’alleanza con Arm appare strategica per agganciare la rivale taiwanese Tsmc sui chip logici. Il gigante sudcoreano è numero uno nei chip di memoria, ma è meno dotata di tecnologie originali per altri tipi di chip e Arm sarebbe il complemento giusto perché è specializzata in architetture per processori specifiche per applicazioni.

Un’alleanza con Arm attrae anche l’altro produttore di chip coreano Sk Hynix: i media locali hanno riferito lo scorso marzo che il vice-presidente Park Jung-ho ha espresso interesse in un eventuale consorzio che compri quote nel chip designer di SoftBank.

Anche Intel potrebbe entrare nella partita: a febbraio il ceo dell’azienda americana, Pat Gelsinger, si è detto interessato a un possibile consorzio per comprare Arm.

Qualunque sarà il piano per Arm, l’industria dei microprocessori è sicuramente avviata verso alleanze strategiche: a marzo lo stesso Gelsinger ha indicato che Intel e Samsung potrebbero dare vita a una partnership per rispondere al perdurare dell’instabilità delle supply chain globali e alla crescente competizione con gli altri colossi dei semiconduttori, tra cui la citata Tsmc, Taiwan Semiconductor Manufacturing.

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