LA CAUSA

Cloud al Pentagono, stop al contratto Microsoft: primo round ad Amazon

La giudice federale Patricia Campbell Smith dispone il blocco temporaneo della commessa da 10 miliardi per la “Joint enterprise defense Infrastructure”, accogliendo il ricorso di Aws che denunciava pressioni e irregolarità

Pubblicato il 14 Feb 2020

A. S.

pentagono

Il contenzioso tra Amazon e Microsoft sull’assegnazione del bando da 10 miliardi di dollari per la realizzazione dei servizi cloud per il Pentagono segna un primo punto a favore del colosso di Jeff Bezos. La fornitura per il cosiddetto Jedi, il “Joint enterprise defense system”, era stata assegnata per dieci anni a Microsoft dal Governo Usa a fine ottobre, ma l’altro concorrente, Amazon, aveva immediatamente fatto ricorso denunciando pressioni e interferenze politiche sul regolare esito della gara e sostenendo di essere stata discriminata.

Ad accogliere la tesi di Amazon sospendendo temporaneamente l’esito della gara in attesa che la situazione venga chiarita è stata la giudice federale Patricia Campbell-Smith, e ora dovrà decidere sulle altre richieste dei legali di Amazon, che hanno tra l’altro chiesto che vengano convocati a testimoniare sulla vicenda anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, l’attuale segretario della Difesa, Mark Esoer, e il suo predecessore James Mattis. Secondo la decisione del giudice federale il governo Usa non potrà proseguire nell’implementazione dei servizi cloud con Microsoft “fino a ulteriore ordine del tribunale”.

La commessa assegnata dal Pentagono prevede lo storage in cloud di una grande mole di dati classificati, e nasce con l’obiettivo di velocizzare e semplificare le comunicazioni con le forze armate statunitensi dislocate nelle diverse aree geografiche, anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la messa a punto delle operazioni e per accrescere le potenzialità dell’esercito usa nelle aree in cui è impegnato. Una strategia, secondo quanto spiegato dal Pentagono, utile a rendere più grande il vantaggio tecnologico delle forze armate Usa sugli avversari.

A esprimere il disappunto del Pentagono è il portavoce, Robert Carver, che in uno statement afferma che la decisione del tribunale ritarda i cambiamenti pianificati “e priva le forze armate di una serie di capacità di cui hanno urgentemente bisogno”. Da parte sua Microsoft esprime fiducia nella giustizia, dicendo di confidare nel fatto che alla fine otterrà di per portare avanti il progetto come previsto.

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