L'ANALISI

Cloud, in Italia balzo a 3,34 miliardi. Ma la sfida comincia ora

Report 2020 dell’Osservatorio Cloud Transformation del Polimi: l’emergenza sanitaria spinge del 21% l’adozione di servizi on demand. Si sbloccano le Pmi. Alessandro Piva: “Trasformare la risposta tattica in strategia digitale”

Pubblicato il 14 Ott 2020

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In aumento del 21% rispetto al 2019 il mercato italiano del cloud che tocca quota 3,34 miliardi. Una spinta accelerata dall’emergenza sanitaria che spinge le imprese al cambio di passo digitale. E’ il Public & Hybrid Cloud a fare la parte del leone: vale 2 miliardi e cresce del 30%. A seguire il Virtual & Hosted Private Cloud che vale 732 milioni (+11%) e dalla Datacenter Automation che vale 583 milioni pur subendo un rallentamento. Anche le Pmi si muovono verso la “nuvola” spingendo l’adozione di soluzioni cloud del 42% dopo anni di blocco al 30%.

Emerge dal report dell’Osservatorio Cloud Transformation (X edizione) promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che lancia però un messaggio al mercato: “La vera sfida è adesso – dice Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud -: serve passare dalla risposta tattica all’emergenza a una strategia digitale basata sul cloud, promossa anche tramite i successi ottenuti durante la crisi”.

L’analisi della spesa in cloud

In termini di spesa assoluta per settore merceologico, rallenta leggermente la dinamica del Manifatturiero (che si conferma comunque primo nel mix di spesa con il 24% del mercato complessivo), in conseguenza al periodo di lockdown e al blocco delle attività. Seguono per dimensioni il settore Bancario (21%), Telco e Media (15%), i Servizi (10%), Utility (9%), PA e Sanità (8%), Gdo e Retail (8%) e Assicurativo (5%).

Cloud, i modelli vincenti

I servizi Software as a Service (SaaS) crescono del +46% e arrivano oggi a rappresentare la metà del volume di spesa in Public & Hybrid Cloud complessiva.

La componente Platform as a Service (PaaS) fa segnare un +22% e rappresenta il 14% del mix, guidata dalla crescita delle funzionalità abilitanti i Big Data Analytics. L’Infrastructure as a Service (IaaS) cresce del +16% e vale oggi il 36% della spesa complessiva, con un forte incremento delle Virtual Machine per ambienti di produzione e del Container Management.

I trend di spesa

Due i trend evolutivi nella spesa Public & Hybrid Cloud: l’Intelligence del dato (servizi IaaS, PaaS e SaaS dedicati alla gestione, alla manipolazione e all’analisi dei dati, tra cui anche l’AI) cresce del +24% rispetto al 2019, attestandosi a un valore di circa 352 milioni. Mentre l’Edge Computing & Orchestration (servizi e strumenti di interconnessione e gestione di sistemi distribuiti), subiscono un leggero rallentamento pur registrando una dinamica di crescita attorno al +28% (contro il +40% evidenziato nel 2019), e raggiungono un valore di 45 milioni.

Fra gli altri trend significativi la Cybersecurity e i Big Data Analytics e, con un orizzonte più di lungo termine il 5G e l’Edge Computing.

I piani di assunzione

La risposta delle imprese alla crisi ha generato ripercussioni nella filiera digitale, che però “non sembra essersi fermata”, si legge nella nota dall’Osservatorio: se per il 30% dei player la relazione con i clienti si è indebolita a causa della pandemia e dell’emergere di nuove priorità, per un altro 47% si è invece intensificata, mentre per il 23% non ha subito impatti.

Nonostante la pandemia, la filiera sta lavorando per rendersi un partner chiave della trasformazione: il 72% dei player dichiara di aver effettuato o pianificato assunzioni nel 2020 (contro il 78% registrato nel 2019) per potenziare il proprio portafoglio di competenze e il 64% di aver ampliato la propria rete di partner.

“Per cogliere a pieno i benefici offerti dal cloud serve tramutare la consapevolezza costruita come risposta all’emergenza in una visione di medio-lungo termine che ponga il digitale al centro e riconosca il cloud come leva chiave per rendere l’organizzazione pronta a trasformarsi – dice Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation -. Se questo non dovesse accadere, il paese rischia di fare un passo indietro rispetto a quanto conseguito nel 2020, perdendo una grande occasione”.

Il cloud nelle Pmi

L’emergenza sanitaria fa balzare l’adozione del cloud nelle Pmi: la “nuvola” rappresenta infatti una risposta efficace al remote working forzato velocizzando la digitalizzazione dei processi e dei flussi collaborativi.

Per oltre la metà delle Pmi “convertite” al cloud, la nuvola ha permesso di mantenere l’azienda operativa e la relazione con i clienti attiva. Questo si traduce in un’accresciuta consapevolezza: infatti, per il 43% delle Pmi che utilizzano servizi nella nuvola, il cloud rappresenta il modello di sourcing preferenziale per tutte le nuove iniziative e per un ulteriore 18% addirittura una strada obbligata.

Restano però fra le Pmi preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati, all’inaffidabilità della rete, alla complessità di gestione e alla mancanza di competenze sul cloud. Infatti, il 55% delle Pmi che utilizza il cloud preferisce comunque la gestione internalizzata delle tecnologie.

Datacenter proprietari e provider

Anche il legacy aziendale sta subendo un’ondata di trasformazione verso il modello cloud: l’11% delle grandi imprese non ha più un datacenter di proprietà in quanto quest’ultimo risiede in cloud privato e/o pubblico, mentre un ulteriore 27% prevede di avanzare verso questa situazione migrando progressivamente tutto il legacy nei prossimi anni. Inoltre, il 50% prevede di attuare una strategia ibrida per cui una parte del legacy migrerà in cloud e la restante rimarrà on-premises. Solo il 12% attuerà invece una strategia completamente on-premises.

Ancora, si afferma per le aziende il ricorso a un portafoglio eterogeneo di provider. In media le aziende italiane dichiarano di avere circa 4 cloud provider attivi, in linea con le medie internazionali.
Più rara l’adozione di vere e proprie strategie multi-cloud (utilizzo congiunto di due o più provider cloud senza l’utilizzo di un server on-premises). Il freno principale appare legato all’aumento di complessità che quest’ultime generano.

“Nell’ultimo anno il mercato cloud italiano sembra essere arrivato a un bivio. La necessità di ripensare i modelli di business delle imprese in chiave digitale e la possibilità di sfruttare il cloud come leva per fornire agilità e resilienza in questo contesto sono ormai dimostrati alla prova dei fatti – conclude Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation -. Ora è necessario sfruttare questa nuova consapevolezza per costruire una visione di lungo periodo, che ponga il cloud alla base delle strategie digitali tenendo in considerazione tutti gli elementi tecnici e organizzativi per garantire una trasformazione pervasiva ed efficace”.

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