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Colombo: “Il social un’arma per le Pmi”

Il country manager di Facebook Italia: “Portiamo le aziende sul web, contributo anti digital divide”

Pubblicato il 25 Mag 2012

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Sfruttare la forte propensione degli italiani verso i social network e allargare il bacino di aziende, in particolare sul fronte delle Pmi in ottica anti digital divide. Questa in sintesi la strategia di Facebook sul fronte aziende in Italia, considerato che nel nostro paese ci sono 21 milioni di utenti iscritti al social network, una massa critica di “users” che fa di casa nostra un peso massimo in Europa.
“È vero che l’Italia è indietro sul fronte della banda larga – dice Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia – però nel mondo social l’Italia è un mercato maturo e, tolto il Regno Unito, siamo in cima alla top ten di utenti in Europa”. Un matrimonio, quello degli italiani con il social network, che “vogliamo sfruttare in ottica anti digital divide a vantaggio delle aziende per portare in Rete tutte le imprese, grandi e piccole, perché la pagina di Facebook è alla portata di tutti, anche e soprattutto del piccolo negoziante. Il vantaggio è presto detto: 21 milioni di italiani sono già su Facebook, per una media di 13 milioni di utenti attivi al giorno, e non ci sono costi aggiuntivi di banda né di esercizio per aprire una pagina”.
Un dettaglio non da poco, che secondo il top manager di Facebook Italia può consentire alla vasta platea di Pmi del Belpaese di sfruttare il canale digitale in tempo reale senza troppe complicazioni: “La nostra offerta è standard, è la stessa negli Usa e negli altri paesi – dice Colombo -, è replicabile e scalabile, indipendentemente dal paese e dalle dimensioni dell’azienda: la pagina FB di un grosso gruppo come l’Oréal è uguale a quella di un bar o di un piccolo caffè di quartiere. Quello che cambia è il tipo di comunicazione che si mette in campo”.
È pur vero che la sede italiana di Facebook si occupa in particolare di grandi clienti, ad esempio Sky Italia e Rcs, che hanno sviluppato soluzioni corporate ad hoc, con l’aggiunta al classico tasto “Like” di altre soluzioni personalizzate. “ Le soluzioni realizzate per Sky Italia, che con I-race realizza una campagna di social discovery in vista delle Olimpiadi, e Rcs, grazie al social reader, saranno replicate all’estero – precisa il manager – ma il segmento delle Pmi resta centrale”.


Ci sono player come Pagine Gialle e altri che lavorano in maniera diretta con le Pmi, che hanno inserito Facebook nel loro portafoglio destinato alle piccole imprese. “Questo la dice lunga sul nostro impegno e sulle potenzialità che ci sono nel segmento enterprise”, dice Colombo.
Facebook, che ha chiuso il 2011 con ricavi globali per 3,7 miliardi di dollari di cui l’85% derivante da advertisng e il 15% dai proventi derivanti dalla vendita di Credits – la moneta virtuale usata dagli iscritti per concludere transazioni online di beni e servizi digitali, come ad esempio game e l’affitto di film – conta 3.500 dipendenti nel mondo. La maggior parte sono ingegneri e sviluppatori. “Negli Usa stiamo sviluppando il mercato con strutture commerciali, seguiamo il mercato in tutte le sue dimensioni – aggiunge Colombo -. L’offerta, lo ripeto, è la stessa per tutti. È chiaro che una grande azienda metterà in campo tutti gli strumenti di comunicazione di brand e di marketing per attrarre clienti, dal messaggio video alle promozioni alla cura della reputation. Ciò non toglie che un piccolo bar possa aprire la sua pagina FB e comunicare con la sua platea di clienti le sue offerte, ad esempio la promozione cappuccio più cornetto a un euro in tempo reale, personalizzando le pr online”.


Una digitalizzazione che abbraccia in automatico anche il mondo degli smartphone, l’altro segmento dove gli italiani sono avanti rispetto al resto della Ue e sul quale Facebook punta per diversificare le fonti di ricavo. Il social network punta molto sulla diffusione di Internet in mobilità, un mercato che in Italia genera un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro all’anno di traffico da social network. “Il consumo di banda per social network in Italia è alto – chiude Colombo – e continuerà a crescere. Le aziende lo sanno”.

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