IL TESTO

Copyright, la Ue archivia il Libro Bianco

A quanto risulta al nostro giornale Bruxelles rinuncia all’emanazione del testo sulla riforma del copyright. Il provvedimento “paga” la fine del mandato della Commissione

Pubblicato il 17 Set 2014

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Epilogo amaro per il Libro bianco Ue sulla riforma del diritto d’autore. A quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni la Commissione europea avrebbe rinunciato in via definitiva all’emanazione dell’attesissimo testo. A suggerirlo è stato del resto lo stesso titolare del dossier, il responsabile Ue al Mercato interno Michele Barnier, intervenendo ieri pomeriggio dinnanzi il Parlamento europeo. “Per ragioni di tempo legate al calendario e alla fine del mandato della Commissione [che scade a fine ottobre, ndr] penso che sarà ormai difficile fare un passo in avanti con l’adozione del Libro bianco”, ha scandito il commissario francese. Aggiungendo: “E’ legittimo rammaricarsi per la mancata pubblicazione del Libro ma sono sicuro che il nostro lavoro resterà utile per le iniziative della prossima Commissione”.

Originariamente programmata per fine luglio, la presentazione ufficiale del documento era stata in un primo tempo rinviata all’autunno a causa di forti frizioni interne allo stesso Esecutivo di Bruxelles. La bozza finalizzata sotto la supervisione di Barnier, stando ad alcune indiscrezioni stampa, era stata bollata come “insufficientemente ambiziosa” da molti suoi colleghi, a cominciare dal titolare del portafoglio Ue per l’agenda digitale Neelie Kroes. Di qui lo stallo. Che a quanto pare non sarebbe stato superato decretando l’inevitabile flop di uno dei cantieri più ambiziosi aperti da Bruxelles nell’ultimo anno. E mandando in fumo mesi di lavoro febbrile e intense consultazioni con un numero record di stakeholder.

“Non sono pronto a snaturare l’equilibrio del lavoro che abbiamo svolto”, ha dichiarato sempre ieri Barnier riferendosi verosimilmente alla querelle con la Kroes. “Non penso come altri che bisogna disfare il diritto d’autore per creare crescita. Sono al contrario convinto che la remunerazione degli autori e dei creatori e lo sviluppo del mercato unico digitale camminano insieme”.

Il Libro bianco avrebbe dovuto sulla carta posare la prima pietra di un vasto svecchiamento e di una altrettanto energica azione di armonizzazione del quadro legislativo europeo in materia di copyright allineando spunti e proposte da lasciare in dote alla Commissione Ue entrante. Obiettivo dichiarato: mettere al passo la disciplina comunitaria sul diritto d’autore con l’esplosione delle nuove tecnologie e il loro impatto dirompente sulla fruizione e la creazione di contenuti. Un “leak” del testo circolato in giugno, stando ai primi giudizi degli addetti ai lavori, appariva tuttavia confidare su un approccio troppo timido e “conservatore”, accontentandosi di raccomandare modifiche piuttosto modeste alle regole vigenti. Regole che, com’è noto, presentano una diffusa parcellizzazione tanto geografica quanto giuridica.

Con il fallimento del Libro bianco, la patata bollente del copyright passa direttamente nelle mani della nuova Commissione che entrerà in servizio l’1 novembre sotto la guida del suo presidente incaricato Jean-Claude Juncker. L’ex premier del Lussemburgo ha non solo deciso di portare le competenze sul diritto d’autore sotto l’ombrello del portafoglio per l’economia e l’agenda digitali, per il quale è stato designato Gunther Oettinger. Ma ha anche affidato esplicitamente a quest’ultimo il compito di elaborare in tempi spediti una prima terna di proposte legislative. Quasi certamente ripartendo da zero.

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