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Criptovalute, il regolatore britannico “stoppa” la piattaforma Binance

Timori sulle tutele contro il riciclaggio. Il più grande marketplace al mondo per volumi scambiati, potrà continuare a offrire cripto-trading, ma non prodotti derivati

Pubblicato il 28 Giu 2021

Patrizia Licata

Binance

Il regolatore britannico dei mercati finanziari Fca ha vietato in Uk le attività di Binance, l’exchange di asset digitali più grande del mondo in termini di volume di scambi. Secondo quanto reso noto dalla Financial conduct authority, la società Binance Markets, divisione di Binance in Uk, “non ha l’autorizzazione per condurre alcuna attività regolata in Uk” sui mercati finanziari.

Binance è già attiva nel Paese con l’offerta di scambio di criptovalute (Bitcoin, Etheurum e molte altre, per un totale di circa 150). Dal 30 goiugno dovrà mettere in evidenza sulla propria homepage, sia sul sito web che sulla app mobile, l’avviso agli utenti Uk che le sue attività non sono autorizzate.

L’altolà del regolatore Uk

La piattaforma del cripto-trading era in procinto di lanciare in Gran Bretagna la versione locale del suo marketplace per asset digitali. Tuttavia, come altre società della finanza hitech, ha ritirato la sua domanda di autorizzazione alla Fca perché non aveva soddisfatto i parametri sulle politiche anti-riciclaggio.

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La decisione presa oggi dal regolatore britannico è la diretta conseguenza del ritiro di tale domanda che a sua volta fa seguito, ha spiegato la Fca, a un forte pressing dell’autorità perché Binance fornisse garanzia contro il riciclaggio di denaro.

Un “bando” limitato ai servizi regolati

Il bando, ha spiegato ancora la Fca, è limitato all’offerta di servizi regolati in Gran Bretagna. Ciò non vieta a Binance di “interagire con i consumatori Uk”. La società può quindi offrire agli utenti britannici lo scambio di criptovalute sul suo sito. Quello che non può fare, per esempio, è offrire derivati – l’attività che, stando al parere degli analisti, è la prima nel mirino del regolatore britannico.

“Il rapporto con i nostri utenti resta invariato”, ha fatto sapere un portavoce di Binance. “Il nostro approccio mira alla collaborazione con i regolatori. Prendiamo con grande serietà gli obblighi dii compliance. E ci manteniamo al passo con l’evoluzione normativa nel nuovo settore” della finanza hitech e delle criptovalute.

La stretta regolatoria sul mercato fintech

Binance, fondata dal Ceo Changpeng Zhao, imprenditore cinese-canadese, è finita nel mirino anche dall’Agenzia dei servizi finanziari giapponese, che ha indicato che la società sta operando nel Paese senza autorizzazione.

In Italia, il commissario della Consob, Paolo Ciocca, ha definito le criptovalute e gli attori hitech nel mondo degli investimenti come le nuove sfide per il mercato finanziario nell’era digitale. Il pacchetto pacchetto europeo Finanza digitale, il primo tentativo di regolamentazione di questo settore a livello comunitario, cerca di affrontare esattamente questi temi. “Le regole in discussione amplieranno il perimetro della vigilanza per affrontare i rischi posti da nuove tipologie di prodotti e servizi che possono essere percepiti dai risparmiatori come alternativi alle più tradizionali modalità di investimento”, ha affermato Ciocca.

Il mese scorso la Cina ha vietato alle istituzioni finanziarie di fornire servizi finanziari legati alle transazioni in criptovalute. Le tre associazioni China Internet finance association, China banking association e China payment and clearing association hanno sottolineato che “di recente i valori delle criptovalute sono schizzati e crollati e il trading speculativo è ripreso, infrangendo la sicurezza delle proprietà delle persone e interrompendo il normale ordine economico e finanziario“. Le istituzioni finanziarie – che si richiamano agli avvisi emessi dalla Banca centrale cinese sui rischi connessi al trading di criptovalute – non devono quindi utilizzare le criptomonete per prodotti e servizi, sottoscrivere attività assicurative relative a valute virtuali e “non devono fornire ai clienti direttamente o indirettamente altri servizi relativi alle valute virtuali”. Le criptovalute, specificano le tre associazioni, “non sono supportate dal valore reale e il loro prezzo è estremamente facile da manipolare”, e le transazioni “non sono protette dalla legge” cinese.

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