TELECOMUNICAZIONI

Crisi delle Tlc, WindTre al confronto con i sindacati

La compagnia, riportano indiscrezioni di stampa, sarebbe pronta a cedere parte dell’asset di rete al fondo svedese di private equity Eqt: impatto su 2mila dipendenti. Slc, Fistel e Uilcom lanciano l’allarmee chiedono chiarimenti urgenti. Ma secondo quanto risulta a CorCom non sono previsti tagli

Pubblicato il 14 Mar 2023

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WindTre al confronto con i sindacati. Secondo quanto risulta CorCom inizieranno nei prossimi giorni i colloqui ma non sono previsti tagli.

In una nota Slc, Fistel e Uilcom hanno chiesto alla compagnia un incontro urgente.

“Date le ricorrenti e sempre più insistenti voci su operazioni strutturali che riguardano il mondo della Rete di WindTre – si legge nella nota – e quindi il futuro di migliaia di lavoratrici/tori, con la presente le segreterie nazionali di Slc, Fistel e Uilcom sono a richiedervi un incontro che riveste il carattere dell’urgenza. In mancanza di imminenti risposte metteremo, sin da subito, in campo tutte le azioni sindacali che riterremo opportune a tutela di tutto il perimetro occupazionale di WindTre”.

Il carattere di urgenza della richiesta legato anche alla crisi che le Tlc italiane stanno vivendo. Ieri Vodafone ha annunciato un piano di licenziamenti che riguarda 1000 persone.

WindTre pronta alla separazione della rete

Secondo indiscrezioni di stampa WindTre starebbe proseguendo sulla strategia di delayering. La società sarebbe in trattative avanzate per cedere parte dell’asset di rete, attraverso un piano di societarizzazione, su cui c’è l’interesse del fondo svedese di private equity Eqt che non è escluso rilevi la maggioranza della newco. Reuters riporta che in questa nuova società dovrebbero passare 2mila dei 6500 dipendenti della compagnia.

La crisi delle Tlc

I numeri della crisi delle Tlc li ha dati proprio Vodafone nell’incontro con Slc, Fistel e Uilcom. Un settore che 10 anni fa contava 42 miliardi di ricavi, nel 2021 ha chiuso con 28 miliardi, con un decremento di 14 miliardi. Gli indicatori non ancora definitivi del 2022 mostrano chiaramente che non vi è stata una inversione di tendenza, anzi la riduzione che si prospetta potrebbe essere ancor maggiore. Nell’ultimo triennio la domanda di connettività, sia sul fisso che sul mobile, è cresciuta notevolmente con le tariffe sempre più basse per un eccesso di competitività nel settore nel paese, dovuta alla presenza di un numero di operatori spropositato al contesto globale.

Nel 2022 la situazione è drammaticamente peggiorata, gli effetti della guerra in Ucraina, la crisi energetica ed il rispettivo aumento dei costi delle materie prime, l’inflazione galoppante hanno avuto un considerevole impatto sull’andamento aziendale. I costi dell’energia sono aumentati mediamente del 100%, e sono aumentati contestualmente anche i costi relativi all’accesso, all’utilizzo delle torri del 10%,iprezzi della co-locazione aumentata del 30%.

In questo contesto le portato le maggiori compagnie stanno valutando piani di riassetto per restare competitivi sul mercato.

 Il piano Vodafone

Vodafone ha annunciato mille tagli da gestire con lo strumento della contrattazione di anticipo con l’obettivo di trovare soluzioni sostenibili per le persone e l’azienda. Dal piano della compagnia emerge “che la strutturale trasformazione del mercato e il drastico calo dei prezzi causato dalla straordinaria pressione competitiva, hanno portato a una forte contrazione di fatturato e margini del settore delle telecomunicazioni, su cui grava anche il peso della crisi energetica”.

Anche per Vodafone l’effetto combinato di questi fattori ha comportato una sensibile riduzione di ricavi e marginalità negli ultimi anni, e questo mette a rischio i piani di sviluppo necessari alla sostenibilità aziendale e del business. Ma anche in questo scenario rimarca la compagnia è stata “mantenuta costante la propria strategia di differenziazione in Italia per continuare a modernizzare la rete, migliorare l’esperienza digitale dei clienti e per accelerare la digitalizzazione delle imprese”.

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