L'INDAGINE

Cybersecurity, “allarme Italia”: a rischio uno smartphone su due

Secondo la prima edizione del Barometro “Cyber & Digital Protection” di Europ Assistance, cresce la consapevolezza dei rischi informatici ma non si prendono ancora le dovute contromisure. La maggiore preoccupazione dal furto di identità digitale

Pubblicato il 13 Feb 2019

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Meno di un italiano su due (48%) protegge il proprio smartphone da possibili virus o malware, mentre Pc e Mac sono provvisti di adeguate protezioni nell’88% dei casi. Gli italiani comunque sono tra i consumatori più consapevoli e preoccupati sui rischi dei crimini informatici: furto di identità, protezione di bambini e anziani, cyber bullismo sono riconosciuti come un reale problema. Il 39% degli italiani si dichiara vulnerabile al pericolo di attacco informatico (percentuale che sale al 42% quando si tratta di famiglie con minori) che arriva principalmente da e-mail, furto della carta di credito e virus/malware contratti durante la navigazione online.

A rivelarlo è la prima edizione del Barometro ‘Cyber & Digital Protection’ di Europ Assistance, indagine condotta in Europa e Usa su consapevolezza e percezione dei rischi digitali. La ricerca, condotta a dicembre 2018 sviluppata in collaborazione con Lexis Ricerche in otto paesi Europei (Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania) e negli Stati Uniti con il metodo delle interviste online (800 persone per Paese) rivela che il 55% degli italiani, contro una media europea del 47%, è interessato ai nuovi sistemi potenzialmente disponibili sul mercato per la protezione della propria impronta digitale. Un interesse che aumenta con la presenza di bambini e adolescenti in famiglia così come di anziani. Se le intenzioni di acquisto di uno di questi servizi a protezione dei propri dati risultano superiori rispetto a quelle del 2017 (49% molto interessato a fronte del 41 dell’anno precedente), gli italiani si dichiarano estremamente interessati a sistemi di prevenzione, con una media tra le più alte d’Europa e sarebbero disposti a pagare per una copertura contro i rischi informatici. Dopo Austria e Spagna, l’Italia è tra i Paesi con una disponibilità di pagamento più alta (tra i 5 e i 10 euro al mese).

Gli italiani tra i più preoccupati rispetto ai cyber risk

La consapevolezza dei rischi di esposizione ai crimini informatici è alta in tutti i Paesi interessati dall’indagine, in particolare per quanto riguarda quelli legati a virus e malware. La consapevolezza di un rischio di furto di identità è elevata negli Stati Uniti e meno diffusa nei paesi europei, mentre il phishing e il ransomware sono rischi nel complesso meno noti. Gli italiani, che dichiarano una certa familiarità con i rischi principali (virus e malware), sono però tra gli ultimi per quanto riguarda la conoscenza di adeguate contromisure. Solo il 32% (con una media EU del 37) è informato su soluzioni di protezione. Impressionante come negli Stati Uniti si registri invece una media del 65% di consumatori attenti a questo genere di soluzioni.

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La percezione dell’esposizione personale ai rischi informatici nel nostro paese è tra le più alte d’Europa. Il 39% degli italiani si dichiara vulnerabile al pericolo di attacco informatico e furto d’identità – a fronte di una media Europea del 30% – raggiungendo il dato Usa.

Una preoccupazione che in Italia si alza ulteriormente quando il focus si sposta su bambini e anziani: livelli che arrivano al 42% quando riguarda i minori (tra le più alte in Europa insieme a Spagna e Romania) e al 37% – la più alta in Europa insieme alla Spagna – quando il tema è legato ai genitori anziani.

Massima attenzione sul furto di identità

L’attenzione degli italiani e la relativa preoccupazione di rimanere vittima di un furto d’identità è tra le più alte d’Europa (il 55% si dichiara da “abbastanza” a “molto preoccupato” di questa eventualità), più dieci punti percentuali rispetto alla media Europea e seconda nel continente solo alle preoccupazioni degli spagnoli.

Se la possibilità di un grave infortunio o il rischio di rimanere coinvolti in un incidente stradale rimangono principali preoccupazioni della vita reale, quello di essere vittime di un furto di identità online scala posizioni e, per quanto riguarda i consumatori italiani, è sensibilmente più alto rispetto alla media Europea, insieme al rischio di rimanere vittima di un attacco di Cyber Crime: 6.39 su una media Europea del 5.86 (in una scala da 0 a 10 dove 0 è ‘per nulla preoccupato’ e 10 ‘molto preoccupato’).

In relazione all’utilizzo di Internet, gli italiani si allineano al dato degli Stati Uniti e sono per più della metà dei casi ‘abbastanza’ o ‘molto preoccupati’ dall’eventualità di furto d’identità nel quotidiano utilizzo del web. La violazione della privacy con relativo monitoraggio delle proprie abitudini di navigazione, di siti web visitati e acquisti effettuati online è una apprensione superiore di otto punti rispetto alla media europea, mentre preoccupano, quasi allo stesso livello, l’attuazione di crimini online a proprio nome e con i propri dati personali, il reperimento delle informazioni per accedere all’abitazione e l’hackeraggio della propria email.

Se il rischio di utilizzo e vendita delle proprie informazioni in rete per fini criminosi scende rispetto al 2017 (dal 74 al 61% la percentuale di chi si dichiara da ‘abbastanza’ a ‘molto preoccupato’), gli italiani sono tra i più preoccupati in Europa rispetto ad acquisti e pagamenti online. Rispetto alla media Europea si registra un +5% di chi è preoccupato di un hackeraggio del proprio conto corrente online, +9% di chi teme un furto della carta di credito, +6% l’hackeraggio dei propri dati sulle più popolari piattaforme per l’acquisto di beni e servizi online.

“Conoscere il grado di consapevolezza dei consumatori nei confronti dell’importanza dei dati sensibili e dei rischi di cui sono oggetto, ci consente di mettere a punto sistemi di cyber security facili e immediati”, spiega in una nota Gianluca Zanini, Chief Sales & Marketing Officer di Europ Assistance Italia. Il margine di intervento è molto ampio: il nostro obiettivo come Caring Company è dare risposte alle preoccupazioni di chi, per esempio, teme che i propri figli siano esposti ad adescamenti online e ad azioni di cyberbullismo. E parliamo di una famiglia italiana su due”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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