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Cybersecurity: solo il 38,5% del traffico internet è generato dagli umani

Report Incapsula: la diminuzione del digital divide traina il traffico “umano”. Ma non si ferma l’attività dei bot. In particolare è in aumento la presenza dei programmi robot “other impersonator” destinati a infiltrarsi nei sistemi di sicurezza dei siti web

Pubblicato il 17 Feb 2014

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Quasi ogni sito web utilizza ormai uno strumento di web analytics per avere report su chi visita il proprio sito, quali parole chiave ha digitato e quale link ha cliccato. I tool di web analytics sono quindi utilissimi strumenti di marketing, ma ci rivelano in realtà solo una minima parte del traffico reale che arriva su un sito web. Secondo un report di Incapsula, specializzata nella sicurezza informatica, solo il 38,5% del traffico internet è infatti generato dagli esseri umani, mentre il restante 61,5% è generato dalle macchine.

E per di più si tratta di un trend in aumento, nonostante anche il traffico internet generato dagli umani sia in continuo aumento negli ultimi anni. Sia perché si è ridotto il digital divide, sia perché sono aumentati i dispositivi connessi, in particolare quelli mobili.

La diffusione delle rete 4G fa sì che anche contenuti video, che consumano molta banda, siano sempre più fruiti anche in mobilità. Negli ultimi anni è cresciuta la penetrazione sul mercato di smartphone e tablet, per cui, oltre che da casa e ufficio, ci si connette sempre di più anche in mobilità: piattaforme social quali Facebook, Twitter o Pinterest, siti di giochi online, giornali e magazines, aggregatori di news ed e-commerce sono sempre più consultati tramite dispositivi mobili.

Eppure tutto questo non è bastato ad invertire un trend, che vede ormai i bot sempre più protagonisti del traffico internet. Ma che cosa fanno esattamente questi bot? Sono solo quelli “buoni”, generati dai motori di ricerca per aggiornare i propri database, oppure ci sono anche software “maligni”?

Sofware maligni cercano di infiltrarsi nel sistema di sicurezza e rubare informazioni personali di internauti che usano servizi di banking online, hanno scaricato application o posseggono un conto su piattaforme online. Per questo motivo, qualora siate amanti dei giochi online a distanza oppure vi piaccia puntare sull’esito degli eventi sportivi ai quali partecipate, è importante utilizzare operatori licenziati dall’AAMS, come il portale di scommesse sportive William Hill, http://williamhill.it/scommesse-sportive che offrono esperienza decennale e un software capace di tutelare dati sensibili e conti gioco.

Secondo il rapporto di Incapsula il 31% del traffico internet (e quindi circa la metà del traffico non umano) è generato dai bot lanciati dai motori di ricerca, che hanno quindi il semplice scopo di rendere sempre più aggiornati i risultati di Google, Bing e di altri motori. Rispetto al rapporto di Incapsula precedente (marzo 2013) il traffico dei bot dei motori di ricerca è aumentato del 55%, segno che avremo risultati sempre più precisi ed aggiornati.

Tuttavia, se il 31% del traffico totale è rappresentato da bot buoni, il restante 30,5% è molto meno rassicurante. Partiamo dagli spam bot, che rappresentano ormai solo lo 0,5% del totale e sono anche in diminuzione rispetto alla rilevazione precedente (erano il 2% del totale nel 2013). Gli scrapers, che hanno l’obiettivo di clonare parti o interi siti web, sono stabili al 5%.

Sono invece in aumento dell’8% gli other impersonators, che costituiscono anche il 20,5% del traffico internet totale. Il rapporto di Incapsula specifica che questi bot hanno in comune un obiettivo, ossia quello di infiltrarsi nei sistemi di sicurezza dei siti web. Vengono quindi classificati come “other” non perché non sono pericolosi, anzi. Pur avendo lo stesso obiettivo, sono tuttavia molto diversi tra loro, anche perché vengono creati per attività molto specifiche.

Insomma, anche nella sicurezza informatica bisognerà riuscire a difendersi da attacchi sempre più specifici e meno facili da individuare.

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