INTERCETTAZIONI

Datagate, Letta ai Servizi: “Avanti su tutela privacy”

Vertice a Palazzo Chigi con il Comitato interministeriale per la sicurezza: “Importante collaborazione con intelligence straniere”. Nuove rivelazioni: da centrali situate a Milano e Roma spiata la crisi del governo Monti

Pubblicato il 31 Ott 2013

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Il presidente del consiglio Enrico Letta ha dato mandato ai vertici dei Servizi di sicurezza e al sottosegretario con delega Marco Minniti di “proseguire l’attività di verifica e di tutela della riservatezza e sicurezza nelle comunicazioni dei vertici istituzionali e dei cittadini italiani” in relazione al caso Datagate.

È quanto emerge dalla riunione del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (Cisr), che si è tenuta questa mattina, presieduta da Letta, con la partecipazione di vari esponenti del governo.

La riunione è stata convocata allo scopo di fare il punto sul Datagate italiano, dopo che è emerso come negli ultimi giorni che la Nsa (National Security Agency) abbia spiato 46 milioni di telefonate tracciate dagli Usa nel nostro Paese tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013.

I lavori si sono aperti con una relazione del Direttore generale del Dis, Giampiero Massolo, alla luce della quale il Comitato ha confermato la necessità di “proseguire nella positiva attività di verifica e tutela sin qui svolta dagli organismi di intelligence nazionali”. Questa attività è “finalizzata a escludere che si siano verificati episodi di violazione della riservatezza e sicurezza nelle comunicazioni dei vertici istituzionali e dei cittadini italiani, o situazioni di compromissione dell’integrità delle varie articolazioni del Sistema Paese”.

In questo contesto il Comitato, si spiega in una nota, ha espresso pieno sostegno alle iniziative assunte a seguito delle deliberazioni del Consiglio europeo di ottobre, alle quali – si è ribadito – l`Italia aderisce con convinzione, al fine di chiarire con gli Stati Uniti i contorni della vicenda e di impostare per l’avvenire i rapporti su basi di piena fiducia e collaborazione. Al riguardo, il Comitato ha sottolineato l`importanza della piena collaborazione fra servizi di intelligence per il contrasto e la prevenzione delle minacce comuni, a cominciare dalla lotta al terrorismo, ribadendo l`esigenza di sviluppare rapporti fattivi e fiduciosi, anche attraverso concreti progressi nell`apposito gruppo di lavoro Ue-Usa.

Il presidente del Consiglio ha pertanto conferito all’Autorità delegata e ai responsabili del Sistema di informazioni per la Sicurezza della Repubblica il mandato di proseguire l’attività di verifica e tutela in atto e di contribuire fattivamente alle iniziative internazionali per l’elaborazione di una nuova cornice di leale collaborazione fra servizi di intelligence. A tal fine proseguiranno i contatti già avviati con gli organismi collegati statunitensi ed europei.

Le immagini dell’avvio del Comitato interministeriale per la Sicurezza della Repubblica sono finite su Youtube, diffuse tramite il profilo Twitter della Presidenza del Consiglio. Intanto L’Espresso rivela che esisteva una centrale di spionaggio americano anche a Milano, nascosta sui tetti del consolato statunitense, e nell’ambasciata di Roma c’era un team di specialisti del Scs, l’unità scelta dell’intelligence Usa. “Il record di controlli – scrive il settimanale – avviene nelle settimane delle dimissioni di Mario Monti da Palazzo Chigi, annunciate l’8 dicembre e formalizzate il 21 dicembre: l’inizio della campagna elettorale più incerta della Seconda Repubblica”.

Quanto alle rivelazioni di ieri su Papa Francesco “spiato”, Umberto Rapetto, gia comandante del nucleo speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza ed attuale direttore dei Progetti Sociali di Telecom Italia, ha definito “improbabile che le mura Vaticane siano state violate dalle intercettazioni della Nsa statunitense”.

“Le misure di sicurezza adottate dal Vaticano – ha aggiunto – hanno radici particolarmente profonde… E poi, al di là del fatto che il Vaticano ha un perimetro territoriale ben delimitato, l’organizzazione vaticana ha sempre curato con grande dovizia di particolari quello che doveva essere la blindatura di certe metodologie di conversazione”.

Da parte loro gli Usa continuano a lanciare affermazioni tranquillizzanti. Il direttore dell’Agenzia di sicurezza nazionale (Nsa), Keith Alexander, ha ammesso ieri la necessità di rivedere e ridurre i programmi di sorveglianza dei leader stranieri, messi a punto dall’intelligence statunitense, dopo le furiose polemiche scatenate in tutto il mondo dall’attività di spionaggio Usa.

Alexander ha ammesso che la limitazione dei programmi di controllo della Nsa potrebbe essere necessaria allo scopo di mantenere invariate le relazioni diplomatiche che gli stati Uniti intrattengono a livello internazionale. «Penso che in taluni casi le partnership siano più importanti», ha spiegato a The Guardian.

Il capo della Nsa ha poi proposto di «sedersi» a un tavolo con i Paesi europei per cooperare su questioni di sicurezza informatica e antiterrorismo.

A sua volta il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, John Phillips, in un’intervista concessa al Corriere della Sera ha suggerito di “trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e preoccupazioni in materia di privacy. Noi ci consultiamo con i partner – ha detto – e certamente lo facciamo con l’Italia, per assicurarci che ci sia un equilibrio, che non vengano raccolti più dati di quanto sia necessario per proteggere l’America e l’Italia dal terrorismo”.

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