SICUREZZA

Datagate, Microsoft cripta il traffico

Dopo Google e Yahoo, anche l’azienda di Redmond studia nuovi sistemi per mettere in sicurezza i dati. Secondo recenti rivelazioni il Muscular della Nsa avrebbe spiato Messenger

Pubblicato il 28 Nov 2013

L.M.

microsoft-111212140631

Dopo Google e Yahoo, anche Microsoft sta lavorando all’estensione del proprio sistema crittografico, in grado di nascondere le informazioni alle persone non autorizzate, per timore che la National Security Agency (Nsa) statunitense si sia infiltrata anche sulle sue reti.

Lo riferisce il Washington Post, spiegando che da diversi mesi il gigante dell’informatica covava sospetti di questo tipo, ma a ottobre i dubbi si sono intensificati dopo aver scoperto che la Nsa intercettava il traffico nelle reti private di Google e Yahoo, due competitor che possiedono infrastrutture internazionali simili alla sua.

Secondo il quotidiano americano i top manager di Microsoft si riuniranno entro questa settimana per decidere quali nuove tecniche di crittografia adottare.

Dai documenti in mano a Edward Snowden, ex contractor di Nsa diventato poi la talpa che ha fatto scoprire al mondo il sistema internazionale di spionaggio, sono emersi elementi che hanno scatenato le preoccupazioni della company fondata da Bill Gates. In particolare in alcuni documenti che descrivono le operazioni condotte su Google e Yahoo si fa riferimento anche alla Hotmail di Microsoft e ai servizi di Windows Live Messenger. In un’altra email della Nsa si cita Microsoft Passport, servizio web un tempo offerto dall’azienda, come possibile bersaglio del progetto di sorveglianza chiamato Muscular e svelato dal Washington Post il mese scorso.

Le big Internet companies Usa sono da tempo in tumulto contro l’attività di spionaggio della Nsa. Dalle rivelazioni dei mesi scorsi è emerso che l’Agenzia avrebbe ottenuto comunicazioni e informazioni via web da una lista di grandi società, tra cui Facebook, Google, Yahoo, Microsoft e Apple. Secondo i documenti diffusi da Snowden le aziende avrebbero creato sistemi con cui aiutare l’Nsa a monitorare le comunicazioni online al fine di contrastare il terrorismo. Di tutt’altro tono la versione degli interessati. Le companies in questione hanno dichiarato di aver consegnato una quantità limitata di informazioni personali e solo su ordini del tribunale Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisc). Facebook, Google, Yahoo e Microsoft hanno poi depositato azioni legali con cui ottenere l’autorizzazione a rivelare più dettagli a proposito degli ordini ricevuti dalla Corte.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 3