STUDIO OVALE

Datagate, Obama incontra i ceo di Google e Facebook

Il presidente Usa chiama nello studio Ovale i vertici delle aziende hi-tech su “protezione dati e intelligence”. Tra una settimana la pubblicazione del piano di riforma del monitoraggio dei dati chiesto al segretario alla Giustizia Eric Holder

Pubblicato il 21 Mar 2014

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Confrontarsi con i vertici delle aziende tecnologiche degli Stati Uniti per parlare di “privacy, tecnologia e intelligence”, a una settimana dalla scadenza fissata dalla Casa Bianca per l’ufficializzazione del piano che riformerà il programma per la raccolta dei dati personali della National Security agency, e che dovrà essere presentato dal segretario alla Giustizia Eric Holder. E’ questo l’obiettivo fissato per oggi pomeriggio dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, con il meglio dell’hi-tech Usa, e che è stato annunciato da Caitlin Hayden, portavoce del consiglio di sicurezza nazionale. Si tratta di un tema che ha suscitato grandi preoccupazioni nel settore, e che in passato aveva provocato una presa di posizione netta dei giganti del settore, che avevano pubblicato anche un appello a firma congiunta per sollecitare il Governo a prendere provvedimenti per ripristinare la fiducia negli utenti della rete dopo il trambusto provocato in tutto il mondo dalle rivelazioni di Edward Snowden. Dopo quella richiesta, che aveva fatto velocemente il giro del mondo, Obama a metà dicembre aveva incontrato una prima volta le aziende del settore, dimostrando disponibilità verso le loro richieste. E soltanto di poche settimane fa è la telefonata di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, al presidente Obama, resa pubblica dallo stesso ideatore del social network, che si era definito “infuriato” per la lentezza con cui procedeva la riforma del sistema di sorveglianza sui dati.

Un tema su cui proprio Holder ha affermato nei giorni scorsi che il dipartimento di Giustizia è quasi pronto per presentare le sue proposte, per un intervento che era stato chiesto dal presidente per trovare un’alternativa alla conservazione dei metadati da parte del governo, senza danneggiare il lavoro dell’intelligence.

Due le soluzioni che a oggi sembrano essere in campo: che i dati siano conservati dalle compagnie telefoniche, eventualità che è finora stata respinta dagli operatori, o che – seconda ipotesi – siano ceduti a terzi, anche se a oggi non ci sono realtà indipendenti che possano assumersi questa responsabilità.

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