FISCO

Digital tax, Renzi: “La Ue si muova o la facciamo noi nel 2017”

Il premier: “Nessun intervento del governo nel 2016”. Ma avverte: “Dobbiamo evitare che sia percepita come tassa sull’innovazione”

Pubblicato il 05 Ott 2015

Federica Meta

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“Smentisco nel modo più categorico la digital tax nel 2016. Dobbiamo trovare un modo per far pagare le grandi multinazionali ma ‘cum grano salis’ e a livello europeo. O l’Europa lo fa nel 2016 o noi nel 2017, abbiamo detto. Ma dobbiamo evitare di farla percepire come una tassa sull’innovazione”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi a In mezz’Ora di Lucia Annunziata su Rai3. “Siamo troppo indietro sulla banda larga e sul pagamento elettronico”, ha poi aggiunto il premier.

La norma sarebbe ispirata alla proposta di legge presentata a firma del deputato di Scelta Civica, Stefano Quintarelli, e illustrata dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti che dovrebbe garantire un gettito di circa 2-3 miliardi.

Si punta in questo modo a far pagare le tasse alle multinazionali dell’hi-tech nei Paesi dove fanno utili e cioè anche in Italia e non solo nei paradisi fiscali come l’Irlanda.

Dal canto suo la Ue chiede che i paesi restino uniti sulle politiche per la tassazione e contro l’elusione fiscale. Interperrlata da Corcom la Direzione per gli affari economici e monetari della Commissione Europea che fa capo a Pierre Moscovici ha detto: “Abbiamo visto che l’Italia ha annunciato l’intenzione di sviluppare una nuova digital tax – ha risposto un portavoce Ue – Tuttavia, la Commissione non ha ancora formalmente ricevuto tutti i dettagli e non è quindi in grado di pronunciarsi sui piani”.

Detto questo, Bruxelles ribadisce che le “iniziative dei singoli stati sulla tassazione delle ‘digital companies’ possono aggravare la frammentazione del mercato digitale europeo” seppure la Commissione “rimane fiduciosa che l’Italia rispetterà gli impegni assunti in sede Ocse con il rapporto Beps (Base Erosion and Profit Shifting) nonché nei Trattati che ribadiscono i principi della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei capitali”.

D’altra parte, anche in sede europea il dossier sulla tassazione delle transazioni online è all’ordine del giorno. La lotta contro l’evasione fiscale e pianificazione fiscale aggressiva – spiega il portavoce – è una delle priorità di questa Commissione e stiamo portando avanti diverse iniziative in questo settore. “Nel giugno di quest’anno la Commissione – spiega il portavoce – ha avviato un piano d’azione ambizioso in materia di tassazione aziendale per affrontare questo problema e stiamo portando avanti diverse altre iniziative in questo ambito. Inoltre, l’iniziativa che l’Ocse (le prime 15 azioni contro l’evasione fiscale, ndr) proporrà entro la fine dell’anno, contiene modifiche sostanziali alle regole fiscali internazionali”.

Contraria a un intervento fiscale di questo tipo sulle multinazionali Confindustria Digitale. Per il presidente Elio Catania sarebbe un freno all’innovazione. “Già in Italia c’è un clima contrario all’innovazione – spiegava in un’intervista al quotidiano La Stampa – Un provvedimento come la digital tax rischierebbe solo di dar fiato a chi vuole frenare. Sarebbe grave per tutta l’economia. Se il pistone digitale spingesse a pieno regime, avremmo una crescita del Pil di un punto e mezzo in più l’anno”.

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