IL CASO

Diritto all’oblio, la Francia dice no a Google

L’autorità per la privacy francese ribadisce che la sentenza della Corte di giustizia Ue vale su scala globale. La multa in Francia sarebbe irrisoria, ma per l’azienda il rischio è una nuova causa legale in Europa

Pubblicato il 22 Set 2015

Patrizia Licata

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Il “diritto all’oblio” si applica in tutto il mondo, non solo in Europa: lo ha decretato l’autorità francese per la tutela dei dati personali (Cnil) respingendo il tentativo di Google di far annullare una precedente decisione che indicava, appunto, che il diritto degli utenti a veder rimossi dal motore di ricerca americano link datati o non pertinenti contenenti il proprio nome doveva intendersi valido in tutto il mondo e non solo nel nostro continente.

Si inasprisce così il braccio di ferro tra Google, che ha sempre sostenuto che il diritto all’oblio si applica solo in Europa e che i link rimossi vanno tenuti nelle versioni extra-europee, e le autorità del nostro continente, che vogliono evitare che i link di cittadini europei eliminati in Europa ricompaiano in altre versioni del motore di ricerca.

Google è stata molto ligia nell’implementazione della sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso anno sul diritto all’oblio, ma ha difeso con fermezza il proprio diritto a mantenere i link in google.com e nelle versioni locali non europee. Google si è mantenuta fedele alla sua policy anche dopo che il Cnil aveva emesso un ordine formale nei suoi confronti ingiungendo di applicare la sentenza europea su scala globale.

Da allora Google ha cercato di convincere l’autorità sui dati personali francese a tornare sui suoi passi, ma l’appello di Big G è stato respinto e al colosso americano non è rimasto che commentare: “Rispettiamo la decisione francese ma non siamo d’accordo sul principio: non condividiamo l’idea che l’autorità per la tutela dei dati personali di una nazione possa esercitare un potere globale e controllare a quali contenuti le persone possono accedere in tutto il mondo”.

La Francia diventerebbe così il primo paese ad avviare un procedimento che può portare a multare Google sulla questione del diritto all’oblio, anche se i poteri del Cnil sono limitati e le multe che può comminare non superano 150.000 euro. Il vero rischio per Google, tuttavia, spiega il Financial Times, è la possibilità che il regolatore francese, insieme a quelli di altri paesi, trascini di nuovo l’azienda in tribunale: il Cnil sta sta già discutendo con i garanti privacy dei 28 paesi dell’Ue in merito all’implementazione della sentenza europea.

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