La direttiva e-privacy della Ue divide Facebook e Vodafone. Tra il sociale network e la compagnia di Tlc si evidenziano forti differenze di giudizio sul testo che la Commissione sta rivedendo. Differenze emerse nel questionario che Bruxelles ha inviato alle aziende, dopo aver messo a consultazione la revisione della direttiva lo scorso aprile.
Per Facebook sarebbe “fondamentalmente errato” applicare gli stessi obblighi delle telco alle web company. L’estensione sarebbe “inutile, discriminatoria e sproporzionata”.
Di tutt’altro avviso Vodafone secondo cui “gli obblighi relativi alla sicurezza, alla riservatezza delle comunicazioni e quelli su dati di traffico e localizzazione dovrebbero applicarsi a tutti i fornitori di servizi siano esso operatori di Tlc o Ott”. Le nuove regole disciplinano il trattamento dei dati personali da parte degli operatori e fornitori di servizi Internet.
Un documento trapelato qualche settimana evidenziava che la Ue aveva intenzione di tenere una linea più dura sulla regolamentazione degli over the top. Ma con tutta probabilità si trattava di una bozza.
Oltre a Facebook e Vodafone, la revisione della direttiva ha attirato commenti anche da parte di BT, Deutsche Telekom, Orange, Telenor, Telia e Telecom Italia così come – sul fronte Ott – Google e Microsoft.
Da parte delle telco c’è stata una crescente pressione per estendere le norme ai giganti del web con l’obiettivo di creare una maggiore parità di condizioni. Non sorprende, quindi, che il gigante del social network e gli altri Ott stiano facendo di tutto per respingere questa onda d’urto.
Nelle sue considerazioni, Facebook fa anche qualche esempio per spiegare perché sarebbe ingiusto estendere le regole. Per prima cosa non è chiaro quanto costerebbe adempiere a questi obblighi di gestione delle informazioni.
Anche fornire un elenco di abbonati sarebbe di difficile attuazione. Inoltre, secondo Facebook, non si può rispettare l’obbligo di rendere anonimi o cancellare i dati degli utenti, dal momento che gli Ott non controllano l’infrastruttura di rete sottostante le loro piattaforme. Fondamentalmente, per Fb, non esiste alcun “vuoto normativo” dato che i servizi online sono regolati dal Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati).