ONLINE VS OFFLINE

E-commerce, stretta del governo sulle piattaforme?

Confesercenti lancia l’allarme sui negozi fisici: a rischio 100mila posti di lavoro entro il 2027. Salvini alza il tiro: “Amazon paghi le tasse”. Santanché: “Stop alla concorrenza sleale”. Secondo l’associazione la quota di piccoli esercizi scenderà dal 34% al 29% nel giro di 5 anni

Pubblicato il 13 Dic 2022

e-commerce-shopping

Amazon & Co rischiano di far perdere 100mila posti di lavoro in Italia. E’ l’allarme lanciato da Confesercenti – nel corso dell’assemblea 2022 – secondo cui dal 2016 a oggi gli esercizi offline si sono ridotti di quasi 73mila unità messi “spalle al muro” dalla competizione con l’online. Uno scenario che accende una serie di reazioni all’interno del governo: “Non ci può essere una multinazionale dell’ e-commerce che fattura 50 miliardi in Europa e non paga le tasse, anzi va a credito di imposta perché ha un bilancio in rosso” è la reazione del vice-presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, incalzato dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè secondo cui “il governo ce la metterà tutta perché le regole devono essere chiare e non devono dare vantaggi” alle grandi piattaforme a discapito dei piccoli esercizi commerciali.

I numeri della competizione online-offline

Torna sotto la lente del governo il “problema Amazon”. Stavolta l’occasione è la presentazione dei dati di Conferesercenti secondo cui la quota delle piccole imprese è al 34% e potrebbe arrivare al 29% entro il 2027, mentre l’e-commerce dovrebbe passare nello stesso periodo dal 22 al 29% con un incremento netto di 17 miliardi di euro. Nel comparto alimentare, dove la quota delle piccole superfici già oggi è intorno al valore minimo del 15%, nel 2027 scenderà a poco più del 10%, quella dell’ e-commerce sfiorerà il 5%.

“Non c’è solo il sorpasso delle quote di mercato. Il peso delle piattaforme digitali, dall’e-commerce al turismo, dal delivery di food alla spesa a domicilio, si fa sentire comunque sui bilanci delle Pmi italiane, costrette a servirsi degli intermediari digitali per non perdere terreno ed appeal nei confronti dei consumatori -, osserva Confesercenti -. Complessivamente, il fatturato delle piccole e medie imprese mediato dalle piattaforme ammonta a circa 30 miliardi di euro l’anno, con un costo di utilizzo di circa 4,5 miliardi di euro l’anno”.

De Luise: “Risolvere distorsioni concorrenziali”

“Il problema non è l’e-commerce, il commercio online aiuta molti negozi a fare business meglio – osserva la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise – ma le distorsioni concorrenziali che favoriscono le grandi piattaforme. Sono quelle che devono essere risolte”. “La lotta all’evasione fiscale deve essere una priorità per tutti. Carte, bancomat e contanti debbono potere coesistere, utilizzando indifferentemente per i pagamenti o l’uno o gli altri. Aver definito regole comuni a livello europeo sull’utilizzo del contante è una buona notizia. Ora si ponga anche un tetto al di sotto del quale azzerare le commissioni per l’uso della moneta elettronica“, osserva De Luise.

“L’e-commerce sorretto dal solido sostegno di piattaforme che operano per lo più a livello internazionale – spiega De Luise – è infatti in costante e tumultuosa crescita, è innegabile che stiamo assistendo ad una sostituzione tra canali distributivi. Se la tendenza di crescita degli ultimi anni dovesse confermarsi nel 2026, l’online nell’extralimentare avrà la stessa quota di mercato della rete fisica nell’extralimentare”.

Salvini: “Piattaforme devono pagare tasse”

“Si fanno le pulci all’esercizio commerciale, al bar, al ristorante, all’albergo, allo stabilimento balneare – ha detto Salvini intervenendo all’assemblea di Confesercenti -. Non ho niente contro le multinazionali, anzi se creano lavoro e valore aggiunto sono le benvenute ma non ci può essere una multinazionale dell’ e-commerce che fattura 50 miliardi in Europa e non paga le tasse, anzi va a credito di imposta perché ha un bilancio in rosso e poi fa le serie tv dove il ponte dello Stretto crolla perché lo hanno fatto le aziende mafiose. C’è un limite a tutto”.

Santanchè: “Piccoli esercizi cruciali per la nazione”

“Il governo ce la metterà tutta perché le regole devono essere chiare e non devono dare vantaggi” alle grandi piattaforme a discapito dei piccoli esercizi commerciali, ha detto Daniela Santanchè. “L’e-commerce – ha sottolineato – non è un male o un bene, è male se non e’ normato, se rappresenta un vantaggio fiscale per le grandi piattaforme e concorrenza sleale nei vostri confronti”.

“Nessuno – ha proseguito – ha paura del progresso, del digitale e dell’ecommerce ma non ci piace che abbiano vantaggi fiscali e competitivi nei confronti delle Pmi, questo non si può fare nemmeno a livello sociale perché i piccoli esercizi rappresentano anche la sicurezza della nazione, un presidio” fondamentale”. Santanchè ha sottolineato il ruolo della formazione: “Dobbiamo metterci in testa che bisogna formare le persone – ha detto -. La mission del mio ministero è fare una scuola che sia in grado di formare figure che servono al turismo”.

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