SCENARI

Elezioni di midterm, così le web company si preparano alla grande sfida

Dopo Facebook e Twitter anche Google annuncia un’operazione di “pulizia” sulle piattaforme per scongiurare l’influenza di governi stranieri sul voto Usa. Intanto il Presidente Usa si scaglia contro i social: “Basta censure”

Pubblicato il 24 Ago 2018

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Midterm, la partita si scalda non solo per i social, ma anche per Google. Dopo Facebook e Twitter, anche Google ha annunciato un’operazione di pulizia sulle  piattaforme volta a scongiurare l’influenza di governi stranieri sulle elezioni Usa di metà mandato in programma a novembre.

Lo compagnia di Mountain View ha reso noto di aver chiuso oltre 50 account e canali riconducibili all’emittente di Stato iraniana. Nel dettaglio, Google ha colpito 39 canali YouTube, 6 blog sulla piattaforma Blogger e 13 account del social Google Plus. Tra le attività portate avanti, c’era la “diffusione di messaggi politici in lingua inglese negli Stati Uniti”. In un post scritto dal vicepresidente per le relazioni internazionali, Kent Walker, Google ha spiegato che gli account sono stati creati da attori associati all’emittente Irib, Islamic Republic of Iran Broadcasting.

Intanto il Presidente Usa si scaglia contro i social: “I giganti dei social media stanno costringendo al silenzio milioni di persone – ha twittato Trump -. Non si può fare anche se questo significa che dobbiamo continuare a sentire fake news come la Cnn, i cui indici di ascolto sono peggiorati notevolmente. La gente deve capire cos’è reale e cosa non lo è, senza censura!”.

Facebook ha individuato e rimosso centinaia di nuovi profili considerati falsi e implicati in comportamenti considerati di “disturbo” in vista delle elezioni di midterm negli Stati Uniti il prossimo novembre. Twitter ha invece sospeso 284 account, molti dei quali sembrano essere originati in Iran, con il sospetto di “manipolazione coordinata”.

Facebook, nello specifico, ha fatto sapere che si tratta in tutto 652 fra pagine, gruppi e profili e alcuni di questi sono originati in Iran e Russia. La loro attività sospetta è legata ad una “condotta non autentica coordinata” che comprende la condivisione di materiale a sfondo politico.

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