TRIMESTRALE

Facebook, buoni i conti ma teenager meno addicted

Trimestrale sopra le attese degli analisti: ricavi a 2,02 miliardi, +60% trainati dall’advertising mobile. Ma nasce il problema pubblicità: pagine già troppo ingolfate. Sempre meno il tempo dedicato alla piattaforma dai giovanissimi

Pubblicato il 31 Ott 2013

L.M.

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Facebook (nella foto il direttore operativo Sheryl Sandberg) ammette che il fascino esercitato sui teenager sta scemando e che i teenager trascorrono sempre meno tempo su questo social network. È quanto emerso dalla conference call seguita alla diffusione della trimestrale, che comunque registra utili e ricavi sopra le stime grazie alla pubblicità mobile, anche se i dirigenti spiegano che sarà difficile incrementare ulteriormente questo settore, perché le pagine dei singoli utenti sono già “ingolfate” di advertising.

Guardando appunto ai conti di luglio-settembre 2013, il gruppo ha registrato profitti per 425 milioni di dollari contro una perdita da 59 milioni registrata nello stesso periodo dell’anno scorso. In termini di utile per azione, il dato è passato a 17 centesimi da un rosso di due centesimi. Al netto di voci straordinarie, il risultato è stato di 25 centesimi contro i 12 centesimi dell’anno prima. Sono state battute le stime degli analisti, ferme a 19 centesimi.

I ricavi sono balzati del 60% raggiungendo i 2,02 miliardi di dollari. È la prima volta che su base trimestrale Facebook ha toccato quota 2 miliardi di fatturato, aspetto fatto notare durante la conference call dal direttore operativo Sheryl Sanderg. Il mercato prevedeva un dato a 1,91 miliardi.

Continuano a migliorare i ricavi generati dalle inserzioni pubblicitarie ospitate sul social network, un business praticamente inesistente l’anno scorso e motivo della debacle del titolo al debutto in borsa nel maggio 2012: sul totale rappresentano ora il 49%, in rialzo dal 41% del secondo trimestre. In generale, i ricavi da pubblicità hanno toccato quota 1,8 miliardi di dollari, un +66% rispetto al periodo luglio-settembre del 2012.

Il gruppo ha dichiarato di avere 1,19 miliardi di utenti unici attivi ogni mese, in aumento del 18% rispetto allo scorso anno, mentre il numero di persone che accedono al servizio attraverso dispositivi mobile è aumentato del 45% a quota 874 milioni di utenti. In una nota l’amministratore delegato Mark Zuckerberg ha commentato il risultato con toni entusiastici. «Rivelano che siamo preparati per la prossima fase del nostro gruppo, mentre stiamo lavorando per portare online e nell’economia dell’informazione i prossimi cinque miliardi di persone» ha detto.

A stupire sono stati proprio i ricavi della pubblicità su dispositivi mobile, un mercato praticamente inesistente fino allo scorso anno e motivo del tonfo del titolo nei giorni del suo sbarco a Wall Street. Il social guadagna circa un dollaro di ricavi da pubblicità per ogni utente mobile, più dei circa 80 centesimi di tre mesi prima e dei 25 centesimi di un anno fa. In generale i ricavi generati dalle inserzioni hanno toccato quota 1,8 miliardi di dollari, segnando un più 66% rispetto allo stesso periodo del 2012.

In seguito alla diffusione di questi dati, nell’after-hours Facebook è arrivato a guadagnare oltre il 15%, prima di diminuire sensibilmente dopo le analisi più approfondite sull’andamento della società. I dirigenti del gruppo statunitense hanno spiegato infatti agli analisti che difficilmente si potranno aggiungere altri spazi per gli annunci pubblicitari nel flusso notizie, già piuttosto “ingolfato”, dei singoli iscritti. Se la presenza di advertising fosse ulteriormente intensificata, gli utenti potrebbero cominciare ad essere infastiditi e finirebbero per frequentare meno il social network.

Durante l’incontro con gli analisti, il responsabile delle attività finanziarie, David Ebersman, ha anche spiegato che nonostante l’aumento degli utenti, è stata registrata una diminuzione del tempo trascorso dagli adolescenti statunitensi su Facebook.

Erbesman ha comunque chiarito che il dato è molto parziale perché diversi adolescenti non si iscrivono inserendo la loro vera data di nascita, quindi è un aspetto che va approfondito meglio. Una riduzione nel coinvolgimento degli iscritti più giovani potrebbe avere implicazioni rilevanti, soprattutto per quanto riguarda la resa delle pubblicità negli Stati Uniti su Facebook.

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