SOCIAL NETWORK

Facebook, pubblicità mirata sempre più “spinta”

Il social network raccoglierà (per ora negli Usa) informazioni su quello che gli utenti fanno nella navigazione di qualunque sito. Garantito il controllo del proprio profilo pubblicitario ma restano i dubbi sulla privacy

Pubblicato il 13 Giu 2014

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Facebook spinge sulla pubblicità mirata, ovvero la sua capacità di portare ai suoi quasi 1,3 miliardi di utenti pubblicità ritagliate su misura sui loro gusti grazie all’utilizzo di sofisticate tecnologie di tracking che riveleranno a Fb le abitudini di navigazione web dei suoi iscritti. Il social network sarà in grado di usare i dati su tutte le ricerche Internet degli utenti (e anche sull’uso delle app) per migliorare l’erogazione di messaggi promozionali personalizzati.

La novità annunciata riguarderà per ora solo gli Stati Uniti e gli strumenti Interest-Based advertising e Ad Preferences, che permettono all’utente di ricevere pubblicità più rilevanti e di gestire in autonomia i criteri che determinano la visualizzazione degli annunci commerciali. Da un lato dunque Facebook porterà ads altamente personalizzate, dall’altro l’utente avrà sempre modo di consultare il suo profilo pubblicitario, di capire perché riceve certe pubblicità, di modificare le indicazioni che fornisce agli inserzionisti, e anche di fare opt out.

“I nostri utenti ci chiedono ads più attinenti ai loro interessi”, si legge nel blog ufficiale di Facebook. L’azienda aggiunge anche che vuole garantire “livelli superiori di controllo e trasparenza delle informazioni condivise in rete”. Ma il risultato sarà comunque la costruzione di un profilo altamente dettagliato di ciascun intente che sarà messo a disposizione degli inserzionisti.

Invasione della privacy? Facebook dice che con questa nuova funzione risponde alle richieste dei suoi stessi utenti che vogliono pubblicità su misura, molto personalizzate, e che non si tratta di un favore fatto ai pianificatori delle strategie commerciali cui i dati raccolti online fanno sempre più gola. Tuttavia se gli iscritti da un lato possono personalizzare e controllare il proprio profilo pubblicitario, dall’altro tenderanno a fornire sempre più informazioni personali, che poi Facebook e i suoi inserzionisti riusano.

Il social network è stato accusato già in passato di violazioni della privacy, tanto che ha dovuto apportare lo scorso mese delle modifiche alla sua policy per il trattamento dei dati personali per dare più controllo agli utenti. Per questo Facebook oggi è molto attenta a fornire la funzionalità di opt out dall’advertising tracking e la gestione autonoma del profilo pubblicitario.

Debra Aho Williamson, analista della società di ricerche eMarketer, commenta che la nuova capacità di targeting pubblicitario avanzata di Facebook è un “passo importante” perché chi programma le strategie di marketing vuole sapere di più sull’utente di Facebook. “Facebook ha già un vastissimo database di informazioni sulle persone e i loro interessi, ma riguarda per lo più quello che fanno su Facebook. Ora si tratta di aggiungere nuovi strati di informazioni su come le persone usano le app e su quello che fanno su altri siti, su tutto il web”; dice la Aho Williamson. “Sono tantissimi dati”. Per l’analista però alcuni utenti probabilmente non gradiranno un tracking così avanzato e qualcuno potrebbe addirittura abbandonare il social network.

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