Facebook spegne dieci candeline

Fondato in un campus universitario il 4 febbraio 2004, il social network ora vanta un fatturato da 7,87 miliardi dollari e un miliardo di iscritti

Pubblicato il 31 Gen 2014

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“Entra a far parte di Facebook”: era il 4 febbraio del 2004 e sulla piattaforma nata nel campus di Harvard e ispirata all’annuario con foto delle università, iniziavano a comparire i primi profili. Oltre 25 persone si registrarono in quel giorno. Dopo i primi tre account di prova, il primo vero iscritto fu Mark Zuckerberg in persona, che in dieci anni è passato dallo “status” di nerd a quello di giovanissimo miliardario. “Zuck” rielaborando un’idea dei colleghi di college, i gemelli Winklevoss, e per reazione ad una delusione sentimentale, ha ambiziosamente allargato la piattaforma a tutto il pianeta.

A distanza di 10 anni e nonostante le previsioni catastrofiche, il social network è una “nazione” da 1,2 miliardi di visitatori mensili e una macchina da soldi che produce 7,87 miliardi di dollari di fatturato. La piattaforma ha cambiato il modo di raccontare e condividere la nostra vita quotidiana soppiantando pian piano i blog e facendo cadere non pochi tabù sulla privacy. E ha rappresentato uno stimolo – insieme a tutti i social network nati dopo, da Twitter a Google + – anche ad avvicinarsi alla tecnologia grazie a funzioni diventate popolari come i Like (cliccato bilioni di volte) e i Tag nelle foto (ne sono state caricate miliardi). Funzioni che mettono in chiaro i nostri gusti e le nostre abitudini alimentando il “core” business dell’azienda, la pubblicità. Le immagini sono diventate un ‘asset’ importante dell’azienda di Menlo Park, grazie alla strategica acquisizione di Instagram.

Mentre ancora non è riuscito il colpaccio di comprare Snapchat, l’app di messaggeria istantanea “a tempo” molto diffusa tra i teen-ager. Consentirebbe al social di tamponare la disaffezione dei più giovani e anche di rafforzarsi sul “mobile”, visto che sempre di più accediamo a Facebook da smartphone e tablet. Al 30 settembre 2013 gli utenti mensili da dispositivi mobili del social network in blu sono stati 874 milioni, il 45% in più rispetto all’anno precedente.

E la pubblicità sul “mobile” ha fatto balzare i ricavi dell’azienda del 60%. Facebook al lancio in Borsa avvenuto il 17 maggio del 2012 (il terzo per valore nella storia di Wall Street, ma deludente) aveva una capitalizzazione nominale di 104 miliardi, oggi saliti a 134. Zuck ha nelle sue mani il 28% di questa ricchezza. “Continuiamo a lavorare per portare i prossimi cinque miliardi di persone online”, continua a ribadire il giovane miliardario tenendo fede al credo iniziale di voler connettere il mondo.

Al momento sono sulla piattaforma 1,2 miliardi di persone: 351 milioni dall’Asia, 276 dall’Europa, 199 dal Canada, (dati Osservatorio Vincenzo Cosenza). Dati che rendono Facebook spavaldo al cospetto di previsioni catastrofiche. Come quella recente di due dottorandi di Princeton che hanno paragonato la piattaforma ad un virus che si estinguerà nel 2017. Pronta la risposta di Zuckerberg e soci: “Applicando lo stesso principio anche il prestigioso ateneo si svuoterà nello stesso lasso di tempo”.

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