COPYRIGHT

Film online, i 27 siti oscurati fanno ricorso

L’avvocato Fulvio Sarzana ha chiesto al Tribunale del Riesame la revoca del sequestro dei portali di download di film ordinata dalla magistratura capitolina due giorni fa. L’indagine partita dalla violazione di copyright di un cartoon

Pubblicato il 17 Apr 2013

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Chiesto il ricorso al Tribunale del Riesame da parte dei 27 siti Internet di download sequestrati due giorni fa dalla Polizia postale di Roma. La revoca del provvedimento di sequestro, disposto dal gip Massimo Di Lauro, è stata presentata per conto del portale Rapidgator dall’avvocato Fulvio Sarzana di Sant’Ippolito, che è anche portavoce delle altre società.

Gli indirizzi web di 27 portali nazionali e internazionali per il download di film sono stati sequestrati il 15 aprile su ordine della magistratura capitolina dalla Polizia postale, che ha trasmesso il provvedimento giudiziario a tutti i gestori di server presenti in Italia. L’ordinanza del gip Di Lauro comprende siti popolari come Nowvideo, Videopremium, Bitshare, Cyberlocker e altri.

L’indagine era partita su segnalazione di Sunshine Pictures, casa di distribuzione in Italia del cartoon francese “Un mostro a Parigi”. Il film d’animazione, che a novembre 2012 era stato proiettato nelle sale cinematografiche italiane, era condiviso illegalmente sulle piattaforme incriminate.

Già subito dopo il sequestro l’avvocato Sarzana di Sant’Ippolito, esperto di diritto penale di internet e punto di riferimento dei provider italiani in materia di diritto digitale, aveva detto: “La società denunciante avrà naturalmente le sue buone ragioni, e, così naturalmente il magistrato che ha emesso il provvedimento, ma ci si chiede perché 27 portali mondiali nella loro interezza, con milioni di file anche privati, che raggruppano milioni e milioni di utenti, siano stati resi inaccessibili a milioni di cittadini italiani, per un solo cartone animato”.

Sarzana aveva accennato alla “sensazione” che l’Italia “stia erigendo una vera e propria muraglia cinese virtuale” e aveva sottolineato che, per entità e per estensione, è “una delle più grandi operazioni di sequestro di contenuti su Internet di un paese occidentale”.

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