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Frequenze, Ofcom esclude BT dall’asta 2.3 Mhz: “Più competizione”

Il regolatore britannico mette un tetto alla quantità di spettro immediatamente utilizzabile da ciascun operatore. Nessun limite invece per la banda 3.4 GHz perché si tratta di frequenze sono cruciali per il 5G

Pubblicato il 23 Nov 2016

Patrizia Licata

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BT non potrà partecipare alla prossima gara per lo spettro sui 2.3 GHz organizzata da Ofcom: così stabiliscono le proposte pubblicate dal regolatore di mercato britannico. Ofcom intende mettere all’asta 190 MHz di frequenze il prossimo anno, di cui 40 MHz nella banda dei 2.3 GHz e 150 MHz nella banda dei 3.4 GHz. L’authority ha proposto però di mettere un tetto alla quantità di spettro “immediatamente utilizzabile” che ciascun operatore può possedere e tale tetto è fissato a 255 MHz.

Per BT e la sua filiale EE, che insieme possiedono al momento il 45% dello spettro mobile disponibile in Uk, questo significa che l’ex incumbent non potrà presentare offerte per nessuna porzione all’interno dei 2.3 GHz e, dopo l’asta per le frequenze 2.3 GHz, la quota complessiva di spettro detenuta da BT e EE scenderà al 42%.

“Il Regno Unito ha sempre tratto grande beneficio da una solida concorrenza sul mercato mobile. Stiamo disegnando l’asta in modo da garantire che tutti i partecipanti traggano vantaggio da un mercato che continua a innovare e a servire gli interessi di tutti”, ha dichiarato Philip Marnick, direttore dello spectrum group di Ofcom.

Non ci saranno invece tetti alle offerte degli operatori sullo spettro nei 3.4 GHz. “Ci aspettiamo che questa banda sarà un importante abilitatore per il 5G ed è possibile che le reti 5G richiedano accesso a consistenti porzioni di spettro contiguo”, ha indicato Ofcom. “Come esattamente gli operatori realizzeranno le reti 5G non è ancora certo, ma riteniamo che ci sia il rischio in questa fase che inserire limiti troppo specifici sulla quantità di spettro che si può possedere possa restringere la capacità degli operatori di innovare”.

La decisione di Ofcom non soddisfa però il player di mercato più piccolo, 3UK, che premeva per un tetto più severo su quanto spettro totale ogni singolo operatore mobile può detenere: “Un limite del 30% e l’opzione di spectrum reservation per gli operatori più piccoli è la sola misura che può preservare la concorrenza a beneficio dei consumatori mobili in Uk”, secondo Three.

Ma gli scontenti potrebbero essere più di uno e, siccome ora le proposte di Ofcom sono oggetto di una consultazione che si chiuderà il 30 gennaio prossimo, l’analista Kester Mann di CCS Insight prevede una serie di proteste da parte degli operatori di rete britannici che potrebbe ritardare l’assegnazione delle nuove licenze a danno di tutti: “L’asta è cruciale per i provider Uk perché è probabilmente l’ultima opportunità per acquisire spettro mobile adesso: la prossima asta importante, quella per l’ambita banda dei 700 MHz, non ci sarà prima del 2020 – ed è una stima ottimistica”.

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